È disponibile su Netflix la serie Tv sui drammi dell’uomo che si nasconde dietro il personaggio di Rocco Siffredi, interpretato da un magistrale Alessandro Borghi. Una serie controversa come il suo protagonista che però lascia un senso d’insoddisfazione che poco si addice alla figura che ha rivoluzionato il mondo del porno in Italia e nel mondo.
In streaming dal 6 marzo e divisa in 7 episodi, la serie netflix ideata da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere (regista di Veloce come il vento e di Il primo re), Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni ripercorre la vita del pornodivo nostrano Rocco Siffredi, all’anagrafe Rocco Tano, dalla difficile infanzia nei quartieri popolari di Ortona, comune abruzzese, fino alla sua pausa nel 2004, periodo da cui la storia ha inizio.
Trama
La trama infatti prende il via nel 2004, in una grigia Parigi dove Rocco Siffredi, all’apice della sua carriera decide di annunciare di fronte a centinaia di fan e giornalisti il suo ritiro dalle scene pornografiche. Da qui il racconto si sposta velocemente molti anni indietro nel passato e ripercorre la storia di Rocco Tano, colui che diventerà il supereroe del sesso sotto lo pseudonimo di Rocco Siffredi.
Dopo una difficile adolescenza nella periferia di Ortona, divisa tra risse contro gli zingari e l’ammirazione spasmodica verso Tommaso, suo fratello maggiore, Rocco scopre di non essere come i suoi coetanei e capisce di avere un potere, o per meglio dire una vocazione, che le altre persone non hanno. Decide perciò di seguire il fratello Tommaso, l’emarginato della famiglia, a Parigi, dove compirà la sua trasformazione definitiva in colui che rivoluzionerà per sempre quel mondo oscuro e così pieno di contraddizioni che è l’industria del porno.
Il nostro Rocco prima di diventare quel che noi tutti conosciamo o pensiamo di conoscere, scoprirà cos’è il piacere tra i vicoli parigini e i sex club. Tutto ciò non sarà però privo di ostacoli, sia personali, dati dal difficile rapporto con il fratello maggiore, da cui sarà ospitato per gran parte della sua permanenza a Parigi, sia lavorativi e sentimentali.
Un tema molto importante durante le 7 puntate sarà infatti il rapporto tra il suo lavoro (che noi tutti sappiamo in cosa consiste) e le relazioni affettive, primo tra tutte il rapporto con la madre, ma anche quello sentimentale con le varie donne che lo hanno accompagnato durante la sua vita, come la collega e diva del porno Moana Pozzi.
La storia, nel suo racconto alterna momenti di scoperte individuali del protagonista, con le vicende che gli accadono intorno, come per esempio il legame che lega Rocco al fratello Tommaso, personaggio di dubbia moralità che, pur essendo idolatrato dal Rocco bambino, inizierà ad essere quasi disprezzato dal Rocco adulto, ormai conosciuto da tutti come Siffredi.
Il tutto però viene trattato superficialmente: molto viene accennato ma niente viene trattato nello specifico, lasciando a mio avviso lo spettatore perennemente insoddisfatto.
I personaggi
Colui che spicca all’interno della serie sia per scrittura che per recitazione è senza dubbio il protagonista della storia: Rocco Siffredi, interpretato da un ottimo Alessandro Borghi che si è cimentato in un ruolo per nulla scontato, soprattutto se si ripercorre la sua carriera. Molte voci sono girate sulla sua performance ma soprattutto sulle sue doti.
Ebbene sì, signore e signore l’apparato riproduttivo maschile dell’attore romano classe 1986 è ben visibile all’interno della serie e non è stato ritoccato in nessun modo, almeno queste sono state le dichiarazioni dell’artista.
Ma come sono trattate le scene di nudo? Molti potrebbero aspettarsi qualcosa di veramente erotico e stimolante, e invece vengono messe in scena in modo piatto (talvolta anche abbastanza cringe), soprattutto se inserite all’interno della storia, buttate in mezzo solo per fare scandalo o semplicemente per del fan service spicciolo.
Nonostante ciò, Alessandro Borghi il suo lavoro lo sa fare e anche molto bene e personalmente, da suo fan, ho apprezzato la dedizione e l’impegno che ha messo per un ruolo del genere, lo stesso che ha messo e spero metterà per ruoli ben più importanti dal punto di vista della scrittura cinematografica.
Un altro personaggio degno di nota è quello di Lucia, interpretata da Jasmine Trinca, volto noto del cinema italiano contemporaneo che ha il merito di dare spessore al personaggio scritto peggio di tutta l’opera. La figura di Lucia avrebbe potuto essere, per le sue scelte e per le circostanze in cui si muove, un personaggio fondamentale per l’opera; è però stato affossato da dei dialoghi che potrebbero trovarsi in una qualsiasi fiction Rai.
Il terzo co-protagonista è il fratello maggiore Tommaso, interpretato da Adriano Giannini. Marito di Lucia, Tommaso è l’unico, oltre a Rocco, ad avere un’evoluzione all’interno della serie. Se ovviamente l’evoluzione di Rocco è in positivo quella di Tommaso è, al contrario, in negativo. Le sue scelte sbagliate e la sua vita vissuta in modo moralmente discutibile e allo stesso tempo contraddittoria, faranno da contro altare alla scoperta delle libertà sessuali di Rocco e cercheranno in tutti i modi di ostacolare la nascita di Siffredi.
Tematiche
Veniamo infine alla parte che più mi ha deluso dell’intera opera. Scrivere l’ennesimo biopic in un’industria cinematografica ormai satura non è facile se si vuole fare un’opera innovativa, ma almeno lo sforzo personalmente l’ho percepito. Riguardo i temi però si poteva e si doveva fare di più. La materia del porno e della sessualità è un argomento molto in voga negli ultimi anni e un’opera su colui che ha rivoluzionato l’industria del porno e di conseguenza il modo in cui la società si relaziona alla sfera sessuale mi ha, fin da subito, incuriosito.
Mi aspettavo di vedere una serie sì biografica, ma anche una trattazione più specifica di quel mondo da molti bistrattato e visto ancora oggi come un qualcosa che va contro la morale precostituita. Le mie speranze però sono state disattese: l’industria del porno e il suo cambiamento tra la fine del 900 e l’inizio del nuovo millennio è solo accennato o comunque messo troppo sullo sfondo.
Gli stessi personaggi noti che hanno aiutato Rocco Siffredi nella sua carriera sono solo abbozzati e solo in alcune scene, molto spesso sconnesse dalla trama principale. Personalmente mi sarei aspettato, sull’onda di recenti dichiarazioni dello stesso Rocco Siffredi, che la sua dipendenza dal sesso fosse trattata in maniera esplicita, cosa invece a malapena accennata, lasciando lo spettatore confuso e a volte infastidito da questa continua superficialità.
Conclusioni
In conclusione, posso dire che gli spunti per una serie rispettabile c’erano tutti, il tutto però è stato disatteso forse da una paura inconscia di trattare determinate tematiche, ancora troppo sconvolgenti per la società attuale o semplicemente per mancanza di bravura degli attori. Tra le due voglio credere più alla prima, quanto meno per profondo rispetto alle figure professionali che hanno lavorato a questa serie Tv.
Dopo la visione rimane perciò un senso di insoddisfazione che poco si addice alla serie che ha come protagonista colui che della soddisfazione e del piacere ha fatto oltre che un lavoro, un vero e proprio obiettivo di vita.
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