Da poco uscita su Netflix, la nuova serie con Nicole Kidman è ancora nella top ten delle serie più viste. Ma è davvero un thriller interessante o è il solito prodotto streaming?

Una casa da sogno in riva al mare, un’oasi di pace e di benessere in cui la famiglia Winbury, capeggiata dalla perfetta Greer Garrison (Nicole Kidman), vive con vista Oceano. Eppure, non è oro tutto quel che luccica e, infatti, il sogno si tramuta presto in incubo: infatti, alla vigilia del matrimonio del secondo genito Charlie, quell’idillio meraviglioso si infrange con il ritrovamento del cadavere della damigella d’onore della sposa, fatto che scatena una serie di eventi imprevedibili comportando la perdita di quell’aura di perfezione.

Alle indagini si uniscono una serie di rivelazioni sulla famiglia che, però, tenta in tutti i modi di non far trapelare le notizie relative il ritrovamento del cadavere. Che cosa nasconde la famiglia Winbury e, in particolare, la famosa e brillante Greer Garrison?

(Im)perfezione che regna sovrana

La serie (tratta dall’omonimo romanzo di Elin Hildebrand) parte con grandi promesse, un cast interessante (soprattutto per la presenza di Nicole Kidman, cui si unisce anche Dakota Fanning) e un intrigo niente male, ma sebbene le carte in tavola siano tante per creare una storia interessante, quest’ultima, a mano a mano che procede, perde di potenza.

In sei episodi che caratterizzano la miniserie, l’intreccio va alla deriva, così come il resto dei propri personaggi che non riescono a far fronte né alle conseguenze di ciò che sta avvenendo, né a ciò che viene rivelato episodio dopo episodio; per non parlare di un mistero che alla fin fine non c’è. È una storia che lascia l’amaro in bocca, forse perché alla fine lo spettatore odierno è talmente assetato di racconti dell’orrore e di intrighi di grande spettacolarità che, una volta svelato l’arcano, quest’ultimo perde di potenza, facendo cadere tutta la forza della storia.

Senza nessun punto

Più che un thriller coi fiocchi The Perfect Couple è la storia dell’omicidio della dignità di una famiglia che, ammantata di bellezza e ricchezza, nasconde il proprio passato di poco conto.

È una storia che lascia perplessi, soprattutto perché non sembra centrare in pieno l’obiettivo dell’intreccio. O forse, alla fin fine, la domanda è proprio questa: qual è l’obiettivo? Trovare l’assassino della giovane vittima o disseppellire la verità che si cela dietro la storia di quella perfetta famiglia che perfetta non è?

Entrambi o forse nessuna.

Forse, l’unica reale risposta è che l’omicidio sia un macguffin (a tratti sembra davvero passare in secondo piano), strumentale per lanciare la storia e dimostrare, con questi sei episodi, che “l’apparenza inganna” e nessuna famiglia è davvero perfetta e dietro strani comportamenti non sempre si cela una mente malvagia e criminale che compie efferati omicidi.

Il prodotto, nonostante le grandi promesse, spreca la presenza di Nicole Kidman che, in ogni caso, rimane forse l’unica capace interprete della storia; brava Dakota Fanning che, se avesse avuto più spazio nella storia, avrebbe potuto fare molto di più.

Un vero peccato per la serie che però, rimane l’ennesimo prodotto streaming che sfrutta la presenza di grandi nomi per potersi assicurare un buon numero di visualizzazioni al lancio del prodotto, un po’ come è già successo con Benedict Cumberbacht nella miniserie Eric.