Nel vasto universo cinematografico, lo schermo si riflette come uno specchio della società, catturando le sfumature più oscure e dolorose della realtà umana. Tra le molteplici tematiche affrontate da sempre nel cinema, poche sono tanto gravi e urgenti quanto quella della violenza sulle donne. Attraverso le sue potenti immagini, il cinema si è rivelato un mezzo formidabile per esplorare, denunciare e, speranzosamente, sensibilizzare il pubblico su questioni cruciali come la violenza domestica e il femminicidio.
Questo articolo si propone di scrutare rappresentazione di tali tematiche da parte del cinema, notando come le pellicole abbiano nel tempo plasmato e, a volte, distorto la percezione pubblica di questi fenomeni. Dalla violenza sulle donne fisica alle sottili manifestazioni di controllo e oppressione, il cinema si è avventurato in territori oscuri, gettando luce su storie che, troppo spesso, sono rimaste nell’ombra della vergogna e del silenzio.
In un momento storico come questo, dove la rabbia e l’indignazione si fanno sempre più forti, il cinema si distingue per la sua vasta gamma di prodotti sempre più consapevoli: negli ultimi anni, anche grazie agli innumerevoli movimenti contro le violenze di genere, nelle sale abbiamo visto affiorare sempre più film che trattano questo tema.
Non parliamo solo di Hollywood, basti pensare al recentissimo fenomeno di “C’è Ancora Domani” di Paola Cortellesi, con la splendida Romana Maggiora Vergano e l’interpretazione magistrale di Valerio Mastandrea.
Durante la mia ricerca per questo articolo, da donna, mi sono resa conto dell’enorme quantità di prodotti di cui avrei voluto e dovuto parlare e della conseguente impossibilità di riuscire con sole cinque scelte. Vediamo insieme quali sono, più alcune menzioni aggiuntive.
“Una donna promettente” di Emerald Fennell, 2020
Esordio alla regia di Emerald Fennell e vincitore del premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale, “Una donna promettente” tratta la storia di Cassie (Carey Mulligan) e di come quest’ultima cerchi di trovare giustizia per la sua migliore amica, morta suicida anni prima a seguito delle conseguenze di un brutto episodio di violenza all’università.
“Women talking – Il diritto di scegliere” di Sarah Polley, 2022
Tratto da fatti avvenuti nella colonia Manitoba in Bolivia nel 2011, “Women Talking”, oltre ad avere un cast d’eccezione (Rooney Mara, Frances McDormand, Claire Foy, Jessie Buckley) affronta il tema della violenza sulle donne attraverso un lungo e articolato dibattito fra le protagoniste. La vicenda si svolge in un villaggio mennonita isolato, dove, a seguito della scoperta di molestie subite nel sonno (provocato da tranquillanti somministrati dagli uomini a loro insaputa), un gruppo di donne della colonia si trova a prendere una decisione fondamentale: rimanere senza fare nulla, rimanere e combattere per i propri diritti o andarsene dalla comunità.
“Dogville” di Lars Von Trier, 2003
Pellicola avanguardista di uno dei registi più controversi dei nostri tempi, “Dogville” è girato in maniera molto particolare fondendo teatro e cinema; il film infatti sostituisce parte della scenografia con linee bianche disegnate per terra che delimitano case e strade.
Non ci si può aspettare un film leggero o dai toni delicati da Lars Von Trier, che trova, grazie all’espediente della scenografia, un modo per far sentire il pubblico ancora più disorientato e angosciato. La trama vede una Nicole Kidman fuggitiva da uomini oppressori (il padre e la sua gang) che finisce dalla pentola alla brace. Dapprima un villaggio tranquillo e pacifico, Dogville si trasforma presto in un covo di violenze brutali e soprusi ai danni della nuova arrivata.
“Il colore viola” di Steven Spielberg, 1985
“Il colore viola” potrebbe risultare una scelta fuori tema a causa della centralità dei temi razziali. Ma se guardiamo più attentamente e in maniera meno superficiale ci accorgiamo subito di come il razzismo sia solamente un’aggiunta ai innumerevoli abusi che subisce la protagonista del film, interpretata da una magnifica Whoopi Goldberg. Celie infatti, conosce solo la violenza e la subisce in silenzio da chiunque, prima dal padre e poi dal marito; unica sua consolazione è l’esistenza della sorella Nettie, da cui viene però separata a inizio pellicola. Il film è costellato di personaggi femminili forti, che faranno evolvere e crescere la povera Celie, portandola a una consapevolezza maggiore del suo valore e dei suoi diritti come donna.
“Pomodori verdi fritti (alla fermata del treno)” di Jon Avnet, 1991
Diretto da Jon Avnet ma tratto dallo splendido e dolcissimo libro di Fannie Flagg “Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop“, questo film lo sento un po’ come una voce fuori dal coro, perchè tratta di violenza non rendendola protagonista ma come una spinta per cercare amore, affetto e profondissime amicizie. La storia ruota attorno alla vita di diversi personaggi durante gli anni Trenta, abitanti nel Sud degli Stati Uniti d’America e in particolare a quelle di Idgie e Ruth. Quest’ultima deve infatti scappare dal marito violento Frank, che la sottopone costantemente ad abusi fisici. Il profondo amore tra le protagoniste e i rapporti d’affetto che si instaureranno durante la pellicola porteranno a un dolce e inaspettato epilogo.
Ulteriori importanti menzioni
Come già detto in precedenza, risulta difficile limitare l’enorme bagaglio cinematografico sull’urgente tema della violenza sulle donne. Si è cercato di inserire film diversi fra di loro, per stile, epoca e regia ma con lo stesso filo comune, chi in maniera più diretta chi più soffusa. Tuttavia mi sento di non voler dimenticare di citare alcuni titoli importanti per riflettere sul tema, come:
- “A letto con il nemico” di Joseph Ruben, 1991
- “Ti do i miei occhi” di Icíar Bollaín, 2003
- “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci, 1972
- “Provoked” di Jag Mundhra, 2006
- “Autopsia di un delitto” di Robert Greenwald, 1984
- “Un giorno perfetto” di Ferzan Özpetek, 2008
- “Uomini che odiano le donne” di Niels Arden Oplev, 2009