Siamo arrivati alla puntata finale di questa rubrica, che ci ha accompagnato per il Pride Month. Dopo Boys Don’t Cry e Le Fate Ignoranti, l’ultimo film di cui parleremo questa settimana è The Danish Girl, film biografico del 2015, diretto da Tom Hooper (Il Discorso Del Re, Les Miséables) che racconta la vera storia della pittrice danese Gerda Wegener, interpretata da Alicia Vickander (Ex Machina, Lara Croft), e di Einar Wegener, in seguito conosciuta come Lili Elbe, suo marito/moglie, impersonato da Eddie Redmyne (La teoria del tutto).
La pellicola offre un’immersione profonda nelle tematiche LGBTQ+, toccando argomenti delicati come l’identità di genere, l’omofobia e la violenza, ma non solo: Lili Elbe è considerata la prima persona transessuale ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico di rassegnazione di genere. Con le straordinarie performance di Redmayne e Vickander, il film affronta in modo intenso e crudo le conseguenze tragiche dell’intolleranza e dell’ignoranza, ma anche quelle dell’auto-accettazione e della difficoltà nell’inserimento nella società.
Trama
The Danish Girl è ambientato negli anni ’20 del secolo scorso, tra Copenaghen e Parigi. La ritrattista Gerda Wegener è sposata con il pittore paesaggista Einar Wegener; la coppia vive con alcune tensioni, dovute alla disparità tra la notevole fama di lui e quella meno significativa di lei, oltre al fatto di non riuscire a concepire un bambino nonostante numerosi tentativi. Ciononostante entrambi si amano e si sostengono a vicenda.
Un giorno Gerda chiede a Einar di posare per lei al posto di una modella: quasi per gioco assume l’identità di Lili Elbe, il suo alter ego femminile. Gradualmente Einar comincia a prendere coscienza del fatto di essersi sempre riconosciuto nel sesso opposto, nonostante abbia sempre tentato di nasconderlo a sé stesso e alla società.
Ciò ha ovviamente ripercussioni sul matrimonio con Gerda, che comincia a percepire la persona che riteneva ancora suo marito molto distante da sé; tuttavia decide di non abbandonarla, anzi comincia a dipingere dei ritratti in cui Lili è la modella.
Recensione
Il punto di forza indiscutibile di The Danish Girl sono sicuramente le incredibili performance di Eddie Redmyne nel ruolo del protagonista, ma la scena se la deve dividere con una ancora più grande Alicia Vickander, che bene esprime dubbi, preoccupazioni e sofferenze di una persona che decide di rimanere vicino e non abbandonare una persona nel pieno del suo percorso di transizione. La sua interpretazione è a dir poco incredibilmente convincente e commovente, catturando la complessità e la vulnerabilità del personaggio.
Anche Redmayne si fa notare nel suo immenso talento, ma la sua interpretazione pare troppo calcata e, in certi punti, poco realistica. Nonostante tutto, la sua prova è a dir poco ottima. La due performance, intense e piena di umanità, hanno fatto guadagnare ad entrambi una candidatura agli Academy Awards, dove Vickander ha ottenuto la vittoria del Premio Oscar come miglior attrice non protagonista nel 2016.
Il film affronta coraggiosamente le tematiche LGBTQ+ e mette in luce le difficoltà che le persone transgender affrontano quotidianamente, ma anche ciò che provano coloro che cercano di sostenerli in qualunque modo. Esplora la ricerca di identità di genere, la lotta per l’accettazione di sé stessi, da parte della comunità, ma anche de medesima persona, che vive un purtroppo inevitabile conflitto tra autenticità e conformità sociale.
Ma così si sente anche Gerda, che non riesce a prevedere il futuro per lei e il suo “ex” marito. Pur essendo in una società comunque più aperta, libertina, progressista e comprensiva rispetto alle altre dello stesso tempo, Gerda e Lili sono state i primi due esempi che ispireranno, negli anni a venire, tante persone che ancora cercano di trovare e di riconoscere la propria, reale persona.
Il film è notevole anche per la sua sincerità e attenzione ai dettagli. Il regista Tom Hooper mostra un grande rispetto per la storia e la vita dei due protagonisti, cercando di dare una rappresentazione autentica della loro esperienza, ma usando un tono molto formale e nostalgico, con una certa eleganza nella scelta delle inquadrature e della fotografia.
Ciò si riflette nella narrazione cruda e realistica, che non evita scene anche destabilizzanti, ma sempre alla ricerca di una certa raffinatezza, dove anche le scene più traumatiche permeano di una certa dolcezza..
The Danish Girl non è solo un film sulla tematica LGBTQ+, ma affronta anche questioni universali come l’amore, l’identità e la lotta per la conservazione della propria autenticità. La storia d’amore tra Einar/Lili e Gerda è tenera e toccante, aggiungendo un elemento di speranza e bellezza in mezzo a un contesto altrimenti opprimente.
Ancora, Alicia Vickander offre una performance centrata nel ruolo di Gerda, catturando il conflitto emotivo di un individuo che cerca di bilanciare l’amore per un uomo che diviene, per lei in troppo poco tempo, di un sesso differente.
Critiche
Nonostante ll film sia stato generalmente apprezzato, esso è stato bersaglio di molte critiche. Il 66% delle recensioni professionali positive per Rotten Tomatoes e il 72% del pubblico, dimostrano che alcuni spettatori non hanno gradito particolarmente la pellicola.
Stando ad alcuni critici, il lungometraggio non si concentrerebbe abbastanza sulla visione di Lili, trattando il suo punto di vista in maniera approssimativa. Come per Leeela Ginelle di Bitch Media: “The Danish Girl è una bellissima, frustrante ed opaca love story che ci fornisce solo una visione superficiale della storia di Elbe”.
Anche Jonathan Romney del The Guardian Observer UK trova dei difetti alla pellicola, concentrandosi soprattutto sullo stile “pomposo” del regista: “Un “affair” intricato ma sincero, dove le complessità e le sfide di Lili sono soffocate dall’ampollosità del regista e dalla tronfia interpretazione degli attori”.
Ritengo che il film non soffra di questi particolari problemi, ma che meglio siano suoi punti che sfrutta alla grande. Contribuendo a portare alla ribalta una storia poco conosciuta e quasi dimenticata, il regista ha deciso di porla al pubblico ricalcando le pellicole contemporanee all’ambientazione, con uello stile registico misto al suo personale. Non ritengo che questa sua impostazione tendente al sontuoso infici la proposta della storia, né tantomeno la prestazione dei due attori.
Concordo di più sulla prima critica: in due ore esatte di film, ci si poteva concentrare di più su Einar/Lili e comprendere meglio il suo punto di vista. Ma posso trovare una giustifica a questo, che riabilita questo punto: il film, non ha un protagonista, ma tre. Einar, Lili e Gerda sono i tre protagonisti della trama ed essi si spartiscono la scena, esprimendo ognuno i propri punti di vista. Le due ore vengono così riempite da tre personaggi che prenono ognuno il giusto tempo per non annoiare ma raccontare la propria storia e le proprie sensazioni.
Conclusione
Conclusioni
The Danish Girl è un film potente e toccante che affronta le tematiche LGBTQ+ con sensibilità e raffinatezza. La performance straordinaria di Alicia Vickander e di Eddie Redmayne sono degne di nota e l’approccio sofisticato del regista Tom Hooper contribuisce a creare un ritratto autentico dell’esperienza vissuta dalla coppia danese. Nonostante alcune critiche riguardo alla rappresentazione, il film rimane un importante contributo alla rappresentazione cinematografica delle persone queer e alla lotta per l’accettazione e l’uguaglianza.