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Recensione Serie TV & Film

The Crown 6: la miglior serie Netflix?

Giulia De Filippi • 22 Dicembre 2023

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Ci siamo, il cerchio si è chiuso e dopo 7 anni insieme The Crown è pronto a salutarci. Ma questo epilogo ci ha soddisfatti? Cosa ci è piaciuto e cosa ci ha lasciati delusi?

Nel corso delle stagioni, questa serie tv ci ha abitutati ad altissimi momenti di accuratezza storica, coinvolgendoci nella politica, nella psicologia dei personaggi e illudendoci di poter capire anche solo un briciolo di cosa c'è dietro quella facciata dorata e irraggiungibile. Lo stesso compito però non si può considerare assolto nella stagione conclusiva. Ci è sembrato come se, avvicinandosi ad eventi ben più controversi, The Crown abbia puntato più sui sentimentalismi e su quelle caratteristiche tipiche di una serie TV stile Soap Opera, a discapito di quelle documentaristiche/storiche a cui ci aveva abituato.

 

Sarà stato il fatto che la morte di Lady D rimane tutt'oggi un evento con ancora molti interrogativi e una ferita aperta per tutti? Indubbiamente, essendo l'argomento di apertura di quest'ultima stagione, aveva il compito di chiudere un arco narrativo fondamentale ed essere il motore d'azione per gli intrecci a seguire. I primi quattro episodi, usciti a novembre, sono infatti dedicati totalmente al saluto a Diana, ripercorrendo il periodo che va dal momento in cui conosce Dodi, in vacanza con i figli a Saint Tropez, sino al fatale incidente a Parigi. Dopodichè si cambia totalmente di tono: William diventa protagonista quasi indiscusso di questa seconda parte, a tratti soppiantando la regina stessa e suo padre Carlo. Vediamo scorrere davanti a noi il suo dissidio interiore, l'inizio della relazione con Kate, il rapporto tortuoso con il padre e la ricerca del suo personale equilibrio nelle dinamiche della corona. Ed ecco però che, mentre storciamo il naso di fronte alla messa in scena dei drammi sentimentali di William e ai toni adolescenziali di alcuni episodi, inaspettatamente ci vengono presentati momenti altissimi che ci fanno finalmente versare le lacrime trattanute negli episodi dedicati a Diana. Vediamo quindi insieme i punti fondamentali che ci hanno colpiti, in positivo e in negativo, di quest'ultima stagione di The Crown.

Il "fantasma" di Lady D.

The Crown 6

Una caratteristica decisamente controversa di questi ultimi episodi, è stata la presenza del "fantasma" di Lady Diana. Molti di noi, nonostante l'evidente ricerca di emozionare lo spettatore, non sono stati contenti di questa aggiunta. Dopo ben quattro episodi sottotono, tenuti in piedi solamente dalla magistrale bravura e assurda interpretazione di Elizabeth Debicki (di cui abbiamo parlato nel nostro articolo precedente qui) invece di ripercorrere nel dettaglio un momento storico come i funerali e la presenza massiccia e commovente del popolo, la serie ha deciso bene di far avere alla regina e al figlio Carlo una bella conversazione catartica con il "fantasma" di Diana. La produttrice esecutiva Suzanne Mackie ha risposto alle critiche nel corso di un'intervista a The Hollywood Reporter:

 "L'unica scena che avrebbe potuto essere fraintesa è quella in cui Diana appare come fantasma alla regina Elisabetta e all'ex marito re Carlo III, ma Diana non è stata interpretata per noi come fantasma.Penso che l'essenza di Diana fosse così forte che era incomprensibile che semplicemente non esistesse più". 

Ne capiamo l'intento ma forse avremmo preferito un bel resoconto di fatti realmente accaduti come la serie ci ha sempre abitutato ad avere. Risulta un peccato che si sia deciso di redimere i protagonisti attraverso questo forzato momento di sentimentalismo, quando i gesti pratici e storici ci sono stati: ricordiamo sopratutto quando la regina Elisabetta si inchinò davanti al feretro di Diana. Un momento che ha fatto la storia di cui non è stato minimamente accennato. Sarebbe stato non solo in linea con i tipici toni di The Crown, ma anche interessante vedere riportato un atto tanto estremo per le politiche reali quanto umano e umile da parte della regina. Questo sì che avrebbe redento un personaggio, senza ricorrere ad espedienti tanto cinematografici quanto inutilmente sentimentali. (qui il momento di cui parlo) Oltretutto, dopo l'evidente impegno nel rimanere neutrali e di non esprimere, attraverso questi ultimi episodi, nessuna colpa o giudizio della la morte di Lady Diana verso la famiglia reale, troviamo inutile e decisamente troppo fantasioso questo confronto con un Carlo distrutto e piangente di fronte all'ex moglie, stile "fantasma del natale passato" di Dickens. 

L'addio alla principessa Margaret

Un'episodio che invece riesce a colpire nel cuore lo spettatore è decisamente quello dedicato alla principessa Margaret

The Crown 6

Qui il sentimentalismo sopra citato è usato con maestria e costellato, come ci aspettiamo dalla serie, da fatti realmente accaduti. Le due sorelle sono davvero andate a festeggiare insieme alla folla, sono davvero andate al Ritz e si sono godute la serata come due adolescenti normali. Ovviamente ci aspettiamo che la realtà venga romanzata in alcuni punti, ma questo episodio riesce a farci sognare ed emozionare senza forzature. Forse è la classica potenza del flashback, forse l'essere riuscita a trasmettere un messaggio o forse il dover dire addio a uno dei personaggi sin da subito più amati e meglio costruiti nella serie. Ci viene mostrato l'ultimo periodo della principessa, passato fra ospedali, sedie a rotelle, dottori e problemi di salute. Bellissima la regia dell'episodio, che dedica i momenti centrali ad una giovanissima Elisabetta e a quel suo lato a cui, diventando regina, dovette rinunciare. La funzione del personaggio di Margaret sta tutto qui: l'unica persona al mondo che ha conosciuto la vera regina e capace di comprendere fino in fondo i sacrifici che sono stati fatti per arrivare dove sono adesso. Il fulcro centrale dell'episodio è appunto il flashback del Ritz, dove Elisabetta era ancora se stessa, un'adolescente capace di divertirsi e lasciarsi andare, senza pensare al protocollo. Non a caso è proprio la principessa Margaret che cerca in ogni modo, citandolo svariate volte, di riportare la sorella a quel momento; è lei il vero lato umano della regina e adempie al suo compito ricordandole quanto è stato perso per amore del ruolo che è stata chiamata a ricoprire. Il cerchio si chiude con il saluto, gestito meravigliosamente, fra le due sorelle davanti a Buckingham Palace, all'alba dopo i festeggiamenti. Diciamo addio a questo umanissimo personaggio con lacrime commosse.

I personaggi dimenticati

Qui torniamo, con rammarico, ad un modus operandi tipico degli epiloghi delle serie tv più amate: l'abbandono dei personaggi secondari. The Crown è passata alla storia anche grazie alla sua capacità di cogliere caratteristiche psicologiche più sottili, rendendo la totalità dei suoi personaggi tridimensionale e perfettamente umana. Se pensiamo all'ultima stagione però, questa capacità viene totalmente soppiantata dal tentativo di pietismo verso alcuni protagonisti della famiglia reale e dal romanzare la vita scolastica di William. La stessa Kate Middleton rimane un personaggio piatto: nonostante ci sia un'infaritura del suo background (vedi la madre che tenta in tutti i modi di farle conoscere il futuro re d'Inghilterra), non riusciamo a comprendere a pieno le sue paure riguardo all'etichetta del palazzo o all'improvvisa notorietà. Eppure il suo screentime, rispetto a tanti altri, risulta notevole in questi ultimi episodi dedicati a William. L'ingiustizia e negligenza più grande le subisce la principessa Anna, personaggio spesso motore di eventi importanti, che negli anni precedenti abbiamo imparato ad apprezzare. Eppure, la sua figura viene lasciata sullo sfondo, senza farci vedere come interagisca con la famiglia durante eventi importantissimi come il funerale di Diana o la voglia di Carlo di sposare Camilla. Un altro inciampo parecchio evidente rispetto ai toni delle prime stagioni, lo troviamo nella costruzione del personaggio di Tony Blair.

The Crown 6

Senza essere ripetitivi riguardo la già citata maestria nel cogliere la psicologia dei personaggi, ci stupisce tuttavia constatare come, a differenza delle stagioni precedenti, il rapporto con il primo ministro venga a malapena toccato in un solo episodio e quasi mai più ripreso. La serie ci mostra come Blair all'inizio venga molto più apprezzato dal popolo rispetto alla famiglia reale e abbia moltissima popolarità, elemento che innescherà una serie di riflessioni riguardo al rimodernamento di molti ruoli e pratiche a palazzo. La regina stessa si metterà in discussione, attraverso un bel momento di autoanalisi. Tuttavia, tutto ciò viene concluso meramente dall'episodio con un mezzo compromesso da parte di Elisabetta verso Tony Blair, che, nell'arco di 50 minuti, vediamo sia salire che cadere dal suo trono di "King" a causa anche dell'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Un trattamento molto blando se pensiamo alla passione con cui abbiamo seguito le vicende di Churchill e di Tatcher; mancano vistosamente i momenti intimi di confronto con la regina, dove sorseggiando del tè si discuteva delle politiche mondiali e ordini morali. Infine, un'altra occasione persa è quella che la serie ha avuto con il principe Harry: il suo personaggio rimane totalmente in ombra, relegato a fratello minore ribelle e sovversivo. La serie tenta velatamente di strizzare l'occhio al suo ruolo di "secondo" solamente in un brevissimo scambio fra la regina e William, ma niente di più. Ci viene mostrato giusto il famoso episodio del travestimento con la divisa Nazista ma si poteva decisamente fare di più, sopratutto dopo i recenti scandali che lo riguardano. 

L'episodio finale

L'evento conclusivo di quest'ultima stagione è il matrimonio di Carlo e Camilla, ottenuto con lentezza e fatica da Carlo, dopo svariati dissidi e incontri della corona con la chiesa. Una volta ottenuto il consenso però, tutto passa in secondo piano, per lasciare spazio a un'introspettiva finale della regina. Finalmente consapevole della sua caducità, Elisabetta inizia a interrogarsi sulla possibilità di riposarsi e di lasciare il regno al già attempato Carlo (palesemente in attesa di questo ruolo). Come storicamente sappiamo, tutta la famiglia e il popolo si aspettavano che ciò accadesse durante il discorso al suddetto matrimonio: vediamo i preparativi anticipati di un eventuale funerale, i dubbi che attanagliano la regina, la preparazione di un discorso e poi il cambio di direzione.

Elisabetta non è pronta a lasciare la corona e noi spettatori ci viviamo tutto il suo dilemma interiore attraverso dei meravigliosi dialoghi con "se stessa" più giovane. Qui finalmente arrivano i ritorni tanto attesi: Olivia Colman e Claire Foy nei loro vecchi pacchi, aiutano la reggente a prendere la decisione più importante della sua vita in quel momento storico. Fanservice? Probabilmente sì, ma usato bene e capace di emozionarci. Tutto l'intero momento finale, in chiesa dopo il matrimonio, ci lascia i brividi e ci fa scendere una lacrimuccia; la camminata integrale con il completo bianco, lento e solenne, ci trasportano al presente dove l'era del God Save the Queen è già conclusa. 

Considerazioni finali

Il bilancio finale di quest'ultima stagione rimane notevolemente sottotono. Siamo stati abituati ad uno standard altissimo, che purtroppo ci ha lasciati stavolta con l'amaro in bocca. L'addio a Margaret e l'ultimo episodio non riescono a salvare totalmente The Crown 6, che tocca pianissimo molti punti interessanti ma senza svilupparli. Si nota in maniera lampante la paura di finire in territori pericolosi per l'opinione pubblica e per gli affari reali, presenti e passati. Il fermento degli ultimi anni ha forse frenato la produzione verso ciò che la serie ha sempre portato avanti, ossia la chiarezza dei fatti, politici quanto umani. La psicologia dei personaggi poco approfondita e il tono forzatamente sentimentale verso la famiglia reale dopo Diana ci lascia perplessi e lascia gli eventi di quest'ultima stagione avvolti in una coltre di nebbia e interrogativi. Tuttavia la qualità della produzione, la fotografia, i costumi e sopratutte le performance dell'intero cast sono lodevoli e non ci lasciano delusi. Il ritorno delle precedenti attrici fa sì che l'ultimo episodio ci lasci un senso di chiusura, di saluto, a una serie tv che ci ha fatto appassionare, discutere e tenuto incollati dall'inizio alla fine. 

 

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