Introduzione: i sequel di capolavori
L’industria cinematografica ci ha sempre abituato a sequel non previsti di capolavori: Il Padrino – parte 2, Ritorno al Futuro, Terminator 2, Aliens e tanti altri. Se tutti questi casi però si sono rivelati al livello, se non superiori, del primo capitolo, non si può dire lo stesso di altri, come Halloween, Hellraiser o Lo Squalo. Quando venne annunciato il sequel di Spider-Man: into the Spider-verse perciò c’è chi lo accolse con gioia, immaginando già cosa avrebbero fatto, sperimentando senza freni a livello d’animazione, e chi invece si preparava alla fiera del fanservice, un pò come sarebbe stato No Way Home.
Il 2 giugno l’attesa è finita, e nelle sale è uscito Spider-Man: Across the Spider-Verse, film d’animazione della Sony Pictures Animation, diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson. Alla produzione e alla sceneggiatura troviamo Phil Lord e Christopher Miller, due nomi riconosciuti per essere gli autori dietro film Piovono polpette, The LEGO Movie e 21 Jump Street. Alle musiche troviamo il compositore del precedente film, Daniel Pemberton, affiancato dal noto producer Metro Boomin, e con la partecipazione, tra i tanti, dei rapper statunitensi Future , Don Toliver, 21 Savage , Lil Wayne e la cantante kpop LISA. A dare la voce in italiano ai personaggi troviamo Tommaso Di Giacomo (Miles), Roisin Nicosia (Gwen) Emiliano Coltorti (La Macchia) e Flavio Aquilone (Spider-Man India).
In questo nuovo capitolo, Miles Morales è ancora uno Spider-Man imperfetto, ma fa di tutto per proteggere la sua Brooklyn e continuare la vita scolastica per non deludere i suoi genitori, ignari della sua identità segreta e preoccupati per i misteri del figlio. Miles però dovrà affrontare un nuovo villain, La Macchia, capace di spostarsi tra le varie dimensioni e minacciarne la stessa esistenza dello spider-verso. Nel suo viaggio tra le realtà, verrà a conoscenza di nuovi retroscena dietro il multiverso e la storia di ogni Spider-Man, che lo renderanno più consapevole del proprio futuro.
Un sequel perfetto
Cosa deve fare un sequel per superare il predecessore? Correggere i difetti del primo e spingere, senza strafare, sui punti di forza, ampliare il mondo appena intravisto, inserire retroscena inediti e soprattutto trovare un senso, un qualcosa, che ci faccia percepire l’importanza di continuare quella storia. Non si può negare che Across the Spider-verse fa tutto questo e anche di più.
Se nel primo film avevamo spesso una comicità troppo infantile con gag slapstick fuori luogo e inutili (la scena in cui Miles rimane appiccicato a Gwen o quella in cui Miles e Peter sono trascinati da un treno per le strada di New York) qui invece si riesce a trovare un compromesso perfetto, fondendo un umorismo adatto ai bambini a scene importanti nella narrazione (il primo duello tra Miles e La Macchia). Se nel primo film la narrazione era troppo veloce in alcune sequenze (il primo incontro tra Miles e lo Spider-man originale e la sua successiva morte) qui invece non accelera mai, sostiene il ritmo dall’inizio alla fine, fermandosi quanto basta nelle scene drammatiche (quando Miles si confronta coi genitori) e prendendosi il tempo per spiegare tutto (il funzionamento dello spiderverso e del “canone”).
Le cose che funzionavano, la trama adulta e, ovviamente, l’animazione sperimentale, vengono accentuate al massimo, proprio quest’ultima è sfruttata in ogni modo possibile, includendo dentro di se ogni tecnica di animazione esistente (stop motion, tecnica tradizionale o rotoscopio), ogni stile possibile (i comics anni novanta, i graffiti punk, il semplice scarabocchio o il disegno rinascimentale) e senza mai apparire un collage fatto male o una macedonia mal riuscita, nonostante il rischio sia sempre dietro l’angolo. Più di prima, si ha la sensazione che un fumetto prenda vita sullo schermo.
Il film poi si regge su una sceneggiatura di ferro, non poggiandosi solo su animazioni stupefacenti. Riesce ad alternare perfettamente dramma e commedia, con momenti profondi e toccanti (il rapporto tra Gwen e suo padre e il background di Miguel) e gag demenziali (tutta la sequenza di fuga dalla base degli Spider-Man). Il ritmo è sostenuto per tutta la durata della pellicola, senza che le due ore e venti risultino mai pensanti.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati, mai piatti e banali, e con un loro passato che influenza chi sono. Miguel O’Hara (lo Spider-Man 2099) ruba totalmente la scena dal suo ingresso, dimostrandosi si il vero “villain” del film, ma con motivazioni e un carisma che lo rendono comprensibile. La Macchia, la minaccia MacGuffin del film, diventa più pericoloso solo col progredire della storia, passando da essere un antagonista “macchietta” a un pericolo che ci appare inarrestabile. Gwen e Miles, l’anima di tutto il film, sono i veri protagonisti e i personaggi più sviscerati: impossibile per lo spettatore non empatizzare nella loro solitudine, nel loro smarrimento emotivo, nei loro conflitti coi genitori e nella loro lotta contro un destino non scelto.
Lo Spider-verso è sfruttato al massimo, traendo da essi nuovi personaggi, mondi intriganti ed elementi chiave per comprenderne il funzionamento. I retroscena drammatici sulle origini di Miles e della vita degli altri personaggi ci fanno percepire la rilevanza della storia, senza però rovinare ciò che di buono abbiamo visto nei precedenti. La maturazione di Miles, ancora un eroe imperfetto ma comunque con una forza d’animo che lo contraddistingue, rendono necessaria il continuo della storia.
Conclusioni
L’attesa di cinque anni per il sequel è stata ripagata, regalandoci un film al dir poco perfetto su ogni aspetto: tecnica, scrittura e recitazione. Un’animazione senza precedenti, una profondità poco abituale nei prodotti per bambini, e un intensità dei personaggi per cui è impossibile non empatizzare. In attesa perciò di Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, l’ultimo capitolo della trilogia previsto a marzo 2024, possiamo affermare che questa prima parte è senza dubbio riuscita, e che col tempo sapremo definire o no un nuovo capolavoro nel cinema d’animazione.