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Recensione Serie TV & Film

Povere Creature: il femminismo fatto bene

Luca Dicesare • 29 Gennaio 2024

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Yorgos Lanthimos ritorna a distanza di 5 anni con un nuovo film e come sempre c'è moltissimo di cui discutere a riguardo

 Indubbiamente Lanthimos si è ritagliato un posto tra i registi degli ultimi 10/15 anni, in fondo non c'è un suo film che non sia stato accompagnato da dubbi e riflessioni, al di là del gusto personale c'è sicuramente del materiale da cui si può prendere spunto, riuscendo anche a prendere maggiormente il pubblico e non solo la critica con la sua precedente pellicola "La Favorita".

La sua ultima opera "Povere Creature" è stata acclamata ancora una volta dalla critica, riuscendo a ottenere un Leone d'oro a Venezia, vittorie ai Golden Globes e ben undici nomination alla prossima stagione degli Oscar, riuscendo a raggiungere il livello di registi affermati come Christopher Nolan con il suo Oppenheimer e Martin Scorsese con Killer of the Flower Moon (vi lasciamo anche il link delle nostre recensioni a riguardo). Ma di cosa parla questo film?

Trama:

Bella Baxter (Emma Stone) è una donna incinta che decide di suicidarsi, l'eccentrico scienziato Godwing Baxter (Willem Dafoe) ritrova il corpo con ancora qualche possibilità di riportarlo in vita. Il cervello del feto viene trapiantato nel corpo di Bella e dopo una lunga e complessa operazione ritorna in vita con un corpo adulto ma il cervello di una bambina, il dr Baxter insieme allo studente Max McCandles (Ramy Youssef) decideranno di studiare i risultati dell'esperimento. Bella farà poi la conoscenza di un altro uomo Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo) che la farà viaggiare per l'Europa per fargli scoprire il mondo, attraverso questo viaggio sia fisico che psicologico, Bella acquisterà sempre più consapevolezza di sè e di ciò che la circonda.

Il viaggio di Bella:

Il percorso intrapreso dalla nostra protagonista come già detto proseguirà in maniera ampia e variegata. Nei suoi primi passi, Bella Baxter acquisterà maggiore conoscenza delle cose più semplici che la circondano per poi via via proseguire nel corso della pellicola toccando ovviamente alcune delle tematiche più care al nostro Lanthimos: l'amore e la sessualità. Si tratta di spunti che in un modo o nell'altro appaiono sempre all'interno della sua filmografia, analizzando le sue possibili versioni, e almeno in passato, in maniera piuttosto grottesca, basti pensare alle scene disturbanti in Dogtooth o i rapporti esasperati e malati in The Lobster.  In questo film Lanthimos decide però di lasciare da parte questo aspetto per concentrarsi su una esplorazione del proprio corpo e dei piaceri come maturazione vera e propria della protagonista.

Di fatti, la sessualità di Bella verrà esplorata nel corso del film, attraverso vari rapporti con altrettanto vari uomini che le fanno capire maggiormente come si struttura sotto certi aspetti la società e come funzionano i rapporti tra le persone con le regole del buon costume, facendoci ridere e allo stesso tempo riflettere se guardati dalla prospettiva della protagonista. Dopo tutto, per quale motivo dovremmo sottostare a determinati convenzioni sociali accettate come tali attraverso accordi taciti? Perchè non si può parlare di sessualità o di altri temi in maniera anche più semplice e pulita, nessuno ce lo può vietare, mostrando come sia allora che adesso siamo "schiavi" della consuetudine, il passato è usato ancora una volta per spiegare il presente.

Proseguendo nella storia vedremo come Bella si affaccerà non solo alla sessualità e alle sue sfaccettature ma anche ad altre tematiche, approcciandosi alla filosofia, all'etica, alle relazioni umane e alle disuguaglianze sociali. Lo sguardo e l'innocenza di Bella andranno via via a perdersi, divenendo una metafora della scoperta che ognuno di noi fa del mondo circostante, un vero e proprio passaggio dall'infanzia all'età adulta passando per una ribellione adolescenziale e insegnandoci a non dipendere da nessuno se non da noi stessi, cercando sempre una felicità che vada prima per noi stessi e poi per gli altri.

Il tema femminista è davvero presente?

La risposta è si, ma in parte. Per opinione personale, ritengo che i punti di riflessione che il film vuole affrontare rientrano indubbiamente nelle tematiche femministe e di lotta per una propria autonomia, ma allo stesso tempo penso che il messaggio possa essere rivolto verso chiunque.

Il punto di maggiore interesse che Lanthimos sfrutta per parlare di emancipazione è il rapporto che Bella ha con le figure maschili della sua vita. Il primo, il suo padre/creatore, il Dr. Godwing, intende tenerla a sè e lasciarla vivere unicamente all'interno della sua magione, come dice lui stesso."Qui c'è tutto ciò che Bella potrebbe desiderare per imparare". Godwing rappresenta il genitore che vuole impedire alla propria figlia di vedere il mondo come è realmente per paura che si allontani troppo da sè e rimanga sconvolta da ciò a cui potrebbe andare incontro, ma il passaggio è inevitabile e quelle esperienze saranno alla base della propria maturazione.

Un discorso analogo è applicabile a McCandles che innamorato dell'innocenza di Bella cercherà di tenerla a sè per proteggerla. Diverso invece è quello su Duncan, personaggio ben più importante ai fini della trama e accompagnato da una splendida interpretazione di Mark Ruffalo (anche lui candidato agli Oscar insieme a Emma Stone). Duncan rappresenta la mascolinità tossica nelle relazioni, si autoproclama come un grande amante e un uomo sagace, ma ben presto si rivelerà il contrario, anche lui affascinato da Bella sia per la sua bellezza che per la possibilità di tenerla a sè quando vuole e a suo piacimento. Pian piano che Bella acquisterà maggiore consapevolezza rimarrà sempre più spaventato e allo stesso tempo irritato, facendo notare però ancora una volta un desiderio di possessione che andrà sempre contro la nostra protagonista, ma che sarà allo stesso tempo fondamentale.

L'estetica e la bellezza del film:

Niente da fare, a livello tecnico Yorgos Lanthimos è un maestro. Oltre a un uso mai casuale di tecniche più inusuali per il cinema mainstream come il fisheye o il grandangolo, il punto forse più alto della pellicola è la fotografia, capace di alternarsi tra bianco e nero e un'atmosfera capace di incantare.

L'utilizzo del bianco e nero è tutt'altro che casuale, uno strumento efficace per mostrare la visione unilaterale e ancora approssimativa di Bella. Di fatti una volta che inizierà il suo viaggio andremo incontro ad architetture fantasiose e con uno stile che ricorda lo steampunk, per non parlare dei panorami, capaci di estasiare con mille sfumature di colori e che ricorda i quadri dello stile surrealista.

Conclusioni:

Lanthimos continua la strada intrapresa con la Favorita (film che ha molte similitudini con questo) per quanto riguarda la scelta stilistica e dei dialoghi, cercando di andare di più verso il grande pubblico ma senza snaturare eccessivamente la poetica del suo cinema, e riuscendo contemporaneamente a far ridere e a riflettere. L'unico difetto è un leggero prolungamento verso il finale, ma guardando nel complesso si tratta di un qualcosa di trascurabile. Un film da vedere al cinema e da guardare con interesse alla futura premiazione degli Oscar.

REGIA: 8,5

FOTOGRAFIA: 9

SCRITTURA: 9

PROVE ATTORIALI: 8,5

VOTO: 9

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