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Recensione Serie TV & Film

Pride Month Movie Marathon #1 – Boys Don’t Cry

root • 11 Dicembre 2023

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Ritratto di un ragazzo transgender e della sua tragedia

Siamo finalmente arrivati a giugno: tempo di esami per alcuni, di inizio vacanze o di lavoro per altri. Mentre per altre persone, questo mese rappresenta un momento in cui si chiedono e affermano i propri diritti, in quanto persone umane, nonostante il proprio orientamento sessuale. In occasione del Pride Month, abbiamo dunque deciso di aprire una mini rubrica, che avrà cadenza settimanale, dedicato a recensioni di film con tematiche LGBTQ+.

La pellicola  di questa settimana è “Boys Don’t Cry”, un film drammatico del 1999 diretto da Kimberly Peirce, basato sulla vera storia di Brandon Teena. La pellicola offre un’immersione profonda nelle tematiche LGBTQ+, toccando argomenti delicati come l’identità di genere, l’omofobia e la violenza. Con una performance straordinaria di Hilary Swank nel ruolo di Brandon, il film affronta in modo intenso e crudo le conseguenze tragiche dell’intolleranza e dell’ignoranza.

Trama

“Boys Don’t Cry” segue la vera storia di Brandon Teena, un giovane ragazzo transgender che, per fuggire dal suo passato tormentato e da un ambiente molto degradato, si trasferisce in una piccola città nel Nebraska. Brandon si innamora di Lana (interpretata da Chloë Sevigny), una donna che non è a conoscenza della sua vera identità di genere. Mentre cerca di costruire una vita felice e autentica, Brandon si scontra con le difficoltà esistenziali e l’ostilità e l’intolleranza della comunità locale e di alcune che credeva sue amiche, che degenera velocemente in una spirale di violenza sempre più disumana.

Recensione

Il punto di forza indiscutibile del film è sicuramente la straordinaria performance di Hilary Swank nel ruolo del protagonista. La sua interpretazione è a dir poco incredibilmente convincente e commovente, catturando la complessità e la vulnerabilità del personaggio. Swank offre una rappresentazione straordinaria dell’esperienza di un individuo transgender che lotta per essere riconosciuto e accettato nel suo ambiente. La sua performance è sincera, intensa e piena di umanità, facendole guadagnare meritatamente la vittoria del Premio Oscar come miglior attrice protagonista nel 2000.

Il film affronta coraggiosamente le tematiche LGBTQ+ e mette in luce le difficoltà che le persone transgender affrontano quotidianamente. Esplora la ricerca di identità di genere, la lotta per l’accettazione di sé stessi, da parte della comunità, ma anche della medesima persona, che vive un purtroppo inevitabile conflitto tra autenticità e conformità sociale. “Boys Don’t Cry” non cerca di addolcire o nascondere le realtà crudeli e spesso violente che molte persone transgender affrontano, ma anzi, prendendo come esempio uno degli eventi più cruenti che hanno sconvolto la società statunitense nell’ultimo decennio dello scorso millennio, sbatte in faccia allo spettatore la realtà. Vengono esposte apertamente l’omofobia, l’intolleranza e la discriminazione che spesso circondano l’esperienza queer, mostrando tutti i problemi di una società bigotta e le sofferenze di persone alla ricerca di loro stessi.

Il film è notevole anche per la sua sincerità e attenzione ai dettagli. La regista Kimberly Peirce mostra un grande rispetto per la storia e la vita di Brandon Teena, cercando di dare una rappresentazione autentica della sua esperienza. Ciò si riflette nella narrazione cruda e realistica, che non evita le scene violente e destabilizzanti. Questo stesso realismo potrebbe anche risultare difficile da guardare per alcuni spettatori sensibili. Ma questo è lo scopo dell’intera pellicola: proporre una realtà che, per quanto possa risultare assurda, è reale.

“Boys Don’t Cry” non è solo un film sulla tematica LGBTQ+, ma affronta anche questioni universali come l’amore, l’identità e la lotta per la conservazione della propria autenticità. La storia d’amore tra Brandon e Lana è tenera e toccante, aggiungendo un elemento di speranza e bellezza in mezzo a un contesto altrimenti opprimente. Chloë Sevigny offre una performance centrata nel ruolo di Lana, catturando il conflitto emotivo di un individuo che cerca di bilanciare l’amore per un ragazzo biologicamente di un sesso differente con la paura delle conseguenze sociali.

Critiche

Nonostante il generale apprezzamento del film, come dimostrato dal 90% delle recensioni professionali positive per Rotten Tomatoes e l’87% del pubblico, alcuni aspetti hanno dato vita a discussioni importanti. Stando ad alcuni critici, il film potrebbe aver enfatizzato troppo il lato tragico della storia di Brandon, portando a una rappresentazione limitata e stereotipata delle persone transgender come semplici vittime passive, senza approfondire il tema della dimensione trans. Come asserisce Steve Rhodes, il film sembra più un thriller fittizio, più che una denuncia delle condizioni di vita e delle violenze subite da un ragazzo appartenente alla comunità LGBTQ+. Eventi sconnessi in certi casi, indugi su alcune scene e la lentezza di alcuni momenti sono poi stati notati da altre persone come punti deboli del film. Inoltre, molti hanno sostenuto che generalizzasse l’esperienza di una persona, adattandolo per tutte le persone che vivono problemi con il loro orientamento sessuale.

Anche se il film ha contribuito a portare all’attenzione pubblica le questioni transgender, è sì importante notare che l’esperienza di ogni individuo è diversa e complessa, ma non mi risulta che nel lungometraggio si “generalizzi”. Certo, magari sarebbe stato interessante esplorare ulteriormente la complessità e la forza interiore di Brandon come persona transgender, ma il film mi è parso svolgere un ottimo lavoro sotto questo aspetto. Sulle critiche per la lunghezza e la velocità di racconto, effettivamente, nelle quasi due ore di durata del film, riconosco ci siano momenti abbastanza “fiacchi” e che potevano essere meglio sfruttati.

Conclusione

“Boys Don’t Cry” è un film potente e toccante che affronta le tematiche LGBTQ+ con sensibilità e profondità. La performance straordinaria di Hilary Swank nel ruolo di Brandon Teena è degna di nota e l’approccio realistico del regista Kimberly Peirce contribuisce a creare un ritratto autentico dell’esperienza vissuta dal ragazzo transgender. Nonostante alcune critiche al riguardo, il film rimane un importante contributo alla rappresentazione cinematografica delle persone queer e alla lotta per l’accettazione e l’uguaglianza.

VOTI:
Regia: 8
Musiche: 7
Narrativa: 7.5
Recitazione: 9.5

Voto: 8

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