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L’Orrore ti chiama 1: Film Horror Paranormali da vedere

root • 6 Ottobre 2023

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Benvenuti nella nostra rubrica settimanale che ci accompagnerà per tutto ottobre! Di cosa parlerà questa rubrica? Ogni settimana vi consiglieremo film horror di un sottogenere preciso per accompagnare le vostre maratone orrorifiche di questo ottobre. Per questa prima settimana il tema per i film sarà: Paranormale.

The Eye consiglio di Michele Marchetto

The Eye è un film diretto dai fratelli thailandesi Danny e Oxide Pang nel 2002 e segue la storia di Mun (interpretata da Angelica Lee), una giovane ragazza diventata cieca per un incidente d’auto, successivamente si sottoporrà ad un trapianto di cornea per ripristinare la sua vista e da qui il film prenderà pieghe alquanto particolari.

La forza principale di questo film è sicuramente il suo modo di porsi concentrandosi sulla suspense, sulla tensione psicologica e sulla sensazione di disagio. La regia dei fratelli Pang è impressionante proprio per questa abilità nell’evocare nello spettatore proprio un senso di inquietudine e di minaccia costante.

La performance di Angelica Lee è eccezionale, in particolare nel modo in cui riesce a comunicare il senso di confusione e paura del suo personaggio. La trama è ben strutturata e offre diverse svolte inaspettate che mantengono lo spettatore coinvolto fino alla fine.

Inoltre The Eye è qualcosa di memorabile per il suo modo di esplorare anche temi profondi come la morte, e la connessione tra il mondo dei vivi e quello dei morti e mentre fa tutto ciò ti mantiene in una situazione di costante suspense.

Il film è stato un grande successo in Asia e ha contribuito a portare l’horror asiatico all’attenzione internazionale e merita quindi di essere vissuto e di stare nelle vostre collezioni. Vi avverto però non vedrete più gli ascensori come prima.

The Autopsy of Jane Doe consiglio di Michele Marchetto

Film horror del 2016 diretto dal regista André Øvredal (Troll Hunter, Scary Stories to Tell in the Dark) racconta una storia che ruota attorno ad un padre, Tommy Tilden (interpretato da Brian Cox) e a suo figlio, Austin Tilden (interpretato da Emile Hirsch) che insieme gestiscono un obitorio di famiglia.

Un giorno, ricevono un cadavere di una giovane donna non identificata trovata semi-sepolta nel seminterrato di una casa in cui si è verificato un cruento pluri-omicidio. Mentre eseguono l’autopsia, scoprono dettagli sempre più inquietanti sulla morte della ragazza e iniziano a essere tormentati da eventi totalmente inaspettati.

Incredibilmente intenso, il film sfrutta pienamente l’interno dell’obitorio creare nello spettatore un profondo senso di claustrofobia, contribuendo a generare una crescente sensazione di terrore nel pubblico. La trama si sviluppa gradualmente, svelando lentamente i segreti di Jane Doe (nome usato solitamente nel gergo giuridico statunitense per indicare un uomo la cui reale identità è sconosciuta o va mantenuta tale), mantenendo gli spettatori sulle spine mentre cercano di comprendere cosa sia successo.

Assolutamente da citare anche le ottime performance degli attori principali, in particolare quella di Brian Cox e Emile Hirsch. “L’autopsia di Jane Doe” è un film che unisce abilmente elementi di horror, mistero e tensione per offrire una notevole esperienza per gli amanti del genere

Train to Busan consiglio di Matteo Pugliesi

Questo zombie movie è stato diretto dal regista Yeon Sang-ho ed è stato rilasciato nelle sale cinematografiche nel 2016 riscuotendo un discreto successo. Sin dal L’Alba dei Morti Viventi del 1968 sono stati fatti moltissimi film sugli zombie, rendendolo uno dei sottogeneri più comuni dell’horror; allo stesso tempo però ha contribuito a rendere quest’ultimi spesso dei prodotti prevedibili e poco interessanti.

Train to Busan però riesce a portare una ventata di aria fresca nel genere proponendo un setting interessante, la maggior parte della pellicola si svolge su un bullet train, e una buona dose di drammaticità e di critica sociale. Non manca la parte spaventosa causata da degli zombie molto pericolosi in stile 28 Giorni Dopo realizzati con un ottimo make-up e delle movenze particolari; senza contare altre caratteristiche innovative che vi lasceremo scoprire durante la visione.

Il film mette subito in chiaro che la minaccia è veramente significativa e che i personaggi non sono i classici ingenui stereotipati; quest’ultimi hanno un comportamento ben delineato e approfondito e compiono anche molte azioni intelligenti. Un altro punto a favore sono sicuramente le atmosfere e gli stunts fatti direttamente dagli attori; anche la CGI è buona considerando il budget a disposizione.

Il film rispecchia in pieno le credenze e i costumi dei sudcoreani, alcune tematiche coincidono anche con quelle giapponesi, e ancora una volta ci dimostra la bravura di quest’ultimi alla regia; dimostrato anche con altri film simili come #Alive o Parasite. Train to Busan ha anche un prequel animato chiamato Seoul Station e un sequel live action chiamato Peninsula.

Questo film non sarà certo un capolavoro assoluto ma se amate gli zombie movie non potrete perdervelo. Potete trovarlo durante l’anno, se siete fortunati, nel palinsesto notturno di Rai 2 oppure potrete acquistare un Blu-Ray ad un prezzo più che abbordabile.

Hereditary – Le radici del male consiglio di Matteo Pugliesi

Hereditary è un film del 2018 che ha segnato l’esordio cinematografico di uno dei registi più bravi degli ultimi anni, vale a dire Ari Aster. Questo lungometraggio ha anche contribuito a lanciare dei bravissimi attori come Alex Wolff e ha contribuito alla “rinascita” di Toni Collette; quest’ultima ci regala un’interpretazione magistrale che vi rimarrà sicuramente impressa.

La storia si basa sostanzialmente sul dolore di una famiglia per la perdita della nonna, la cui morte attira al suo funerale un insospettabile numero di sconosciuti. Per il resto dell’opera ci verrà mostrato il dolore provato da tutti i membri della famiglia che piano piano si trasformerà in un vero e proprio incubo.

Aster, oltre a fare un ottimo lavoro dal punto di vista tecnico, riesce a farci entrare sin da subito in uno stato di ansia e disgusto mentre ci racconta a poco a poco tutti i macabri dettagli che si nascondono dietro ai nostri protagonisti.

Un altro punto di forza di quest’opera sono i dettagli; ogni personaggio ha un sacco di caratteristiche, per lo più inquietanti, che riescono a renderli iconici. Il nostro consiglio però è di vedere il film in lingua originale perché la recitazione vocale è impossibile da replicare.

Oltre a ciò il regista riesce continuamente a far tenere in tensione i nervi degli spettatori con continue scene geniali e inquietanti, persino le classiche riprese dei film horror vi sembreranno più spaventose e non scontate.

Come se non bastasse Hereditary riuscirà a spaventarvi anche senza mostrarvi nulla di spaventoso; basterà solamente un ottimo elemento di sound design messo al punto giusto e una buona dose di body horror per trasportarvi all’interno degli stessi incubi che stanno vivendo i personaggi. Il tutto è intensificato da dei dialoghi estremamente realistici che si spezzano solo con situazioni orripilanti.

Ma non è finita qui, aggiungiamo anche l’ansia e la paura causate dal non sapere di chi sia il responsabile di tutte le cose orribili che vediamo a schermo; dato che i personaggi sono tutti ambigui vi capiterà più volte di pensare che uno di loro sia il responsabile senza però esserne certi.

È difficile spiegarle con cura tutte le emozioni che vi farà provare Hereditary, quindi non ci resta che invitarvi a visualizzarlo; potete trovarlo su Now TV oppure potete acquistarlo/noleggiarlo su Amazon Prime Video.

THE VVITCH consiglio di Luca Dicesare

THE VVITCH è il film d’esordio di uno dei più grandi registi degli ultimi anni, ovvero Robert Eggers, un regista che già da qui e continuando poi con i suoi film successivi è sempre riuscito a far parlare di sé, principalmente in maniera positiva e diremmo anche a ragion veduta.

THE VVITCH segue la storia di una famiglia puritana del New England, negli Stati Uniti del 1630, appena trasferiti nella nuova fattoria si capisce subito che qualcosa non va nei boschi lì vicino in seguito alla sparizione del bambino più piccolo e vedremo come la famiglia ed in particolare la figlia più grande Thomasin ( con un’ Anya Taylor Joy al suo debutto cinematografico) affronterà la situazione.

Messa così la trama potrà sembrare alquanto banale, ma la forza di un regista come Eggers sta nella messa scena e nelle tecniche registiche utilizzate. Ci troviamo di fronte ad un horror “folkloristico”, il film è permeato dalla cultura e dalle credenze del credo religioso puritano, senza contare i rimandi ai fenomeni delle streghe di Salem e ciò che le circonda, una visione del male e dello spirito satanico onnipresente, sempre pronto ad attaccare e intriso nella natura stessa vista come un qualcosa di incontrollabile da parte dell’uomo.

La pellicola ha un’ambientazione cupa e a tratti gotica, forse la cosa che più di tutti contraddistingue il film dalle produzioni horror contemporanee. Eggers mostra un’opera interessantissima sui temi del bene e male, sulla religione e la razionalità, ci sarebbe fin troppo da discutere riguardo questo film, una visione obbligatoria per chi ancora se lo fosse perso.

Menzioni onorevoli che ci siamo sentiti in dovere di scrivere:
La maschera del demonio (Prime Video)
Us (Prime Video noleggio)
Rec. (Prime Video)
Babadook (Prime Video)
It Follows (Apple TV noleggio)
Ju On (Prime Video)
The Descent (Prime Video)
Drag Me To Hell (Prime Video)
Coraline e la porta magica (Apple TV noleggio)
The Blair Witch Project (Prime Video)

Fateci sapere altri film sovrannaturali che vi sono piaciuti e noi vi diamo appuntamento alla prossima settimana con due consigli sul sottogenere “Splatter”.

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