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Recensione Serie TV & Film

Loki S2: cambia veramente qualcosa nel MCU?

Oliver Cigala • 15 Novembre 2023

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La stagione 2 di Loki si è conclusa. Sarà riuscito il Dio dell’Inganno a risollevare il destino del MCU?

Ormai è davanti agli occhi di tutti: la Marvel sta passando, a livello di popolarità e incassi cinematografici, il suo peggior momento. La Fase 4 doveva essere la nuova frontiera dei cinecomic e, a parte pochi prodotti (per lo più serie Tv come “WandaVision” e “Loki” Stagione 1), è stata molto deludente.

La Fase 5 è iniziata da poco e, per adesso, le aspettative sono ancora alte, anche se i primi titoli usciti non hanno riscontrato lo stesso successo dei tempi gloriosi in cui Tony Stark rivelava al mondo che lui era Iron Man o di quando gli Avengers hanno salvato prima New York e poi l’universo intero dall’ineluttabilità di Thanos.

Gloriosi sono anche i propositi della nuova era post-COVID e post-sciopero di sceneggiatori e attori di Hollywood (di cui vi invitiamo a recuperare il nostro articolo dedicato). Non è un caso che la prima puntata della prima stagione di Loki e l’ultima della seconda abbiano lo stesso identico titolo: “Gloriosi propositi“. Due titoli uguali agli antipodi di due stagioni che nel complesso si sono fatte apprezzare anche positivamente, ma che non sono riuscite a risollevare un’industria ormai in crisi.

Loki stagione 2 (disponibile su Disney Plus) è l’esempio perfetto per spiegare la situazione in cui versa l’MCU. Troppe idee che non trovano una coerenza narrativa.

Le prime 5 puntate della seconda stagione di Loki sono confusionarie, noiose e incoerenti che si salvano solo grazie a un cast azzeccato e all’altezza. Tom Hiddleston e Owen Wilson sono impeccabili.

Il primo è ormai abituato a vestire i panni del dio della mitologia norrena, mentre il secondo, grazie alla sua carriera che non ha bisogno di presentazioni, non fa fatica ad entrare nei panni del burocrate ormai pentito che cerca solo di tornare alla sua vita.

Jonathan Majors nel ruolo di “Colui che rimane” (una delle varianti di Kang il Conquistatore) si vede poco durante i primi 5 episodi, ma quando si vede ruba la scena, dando prova di essere uno degli attori più in forma del MCU (anche se c’è da capire come gli Studios si occuperanno delle accuse di molestie che alcune donne hanno rivolto nei confronti dell’attore).

Chi spicca su tutti gli altri è senza dubbio il premio Oscar Ke Huy Quan che interpreta un divertente scienziato di nome Ouroboros (per gli amici OB) che aiuterà il nostro supereroe a salvare il destino del Tempo, unico personaggio che riesce a riprendere lo spettatore perso tra un salto temporale e l’altro. L’uroboro nella mitologia egizia raffigura un cerchio rappresentato tramite un serpente che si morde la coda, stando a simboleggiare l’eterna ciclicità del tempo.

Nel cast troviamo anche Sophia Di Martino (Sylvie Laufeydottir, variante al femminile di Loki), Gugu Mbatha-Raw (Ravonna), Wunmi Mosaku (B-15).

Una nota speciale va fatta a Miss Minutes, il personaggio scritto meglio di tutta la serie, che avremmo voluto avesse più spazio. Simpatico, quanto inquietante, orologio antropomorfo animato mascotte della Time Variance Autorithy (TVA).

Salvare la Sacra Linea Temporale, questo è il compito che viene assegnato dagli sceneggiatori al nostro caro Loki per redimere tutti i suoi peccati perpetrati nella sua lunga carriera da villain di Thor.

Ma come si salva il tempo? La risposta (senza spoiler) è abbandonandosi totalmente ad esso, perdendosi in tutte le sue possibili ramificazioni. La stessa cosa che succede anche allo spettatore nel corso delle prime 5 puntate.

I protagonisti, per salvare la sacra linea temporale andata distrutta dopo gli avvenimenti della prima stagione, salteranno avanti e indietro nel tempo per cercare una soluzione prima che tutto collassi e si dia inizio a una nuova guerra del multiverso.

Troviamo Loki alle prese con una disturbante instabilità temporale che lo porterà a saltellare qua e là tra passato, presente e futuro. L’obiettivo è salvare la TVA dall’autodistruzione. Tutto ciò però avviene in modo confusionario, senza una vera e propria coerenza narrativa.

Il clima dovrebbe essere quello di pericolo imminente, dove tutto potrebbe saltare da un momento all’altro, ma ciò non avviene mai. Personalmente, durante tutte le puntate, non ho mai avvertito la sensazione di ansia o di suspense. I colpi di scena sono banali e ripetitivi. Queste sono le prime 5 puntate della seconda stagione di Loki: noiose, banali e confusionarie.

La stagione però cambia rotta con l’ultimo episodio (il sesto) che conclude la stagione e anche la serie. Per la sesta puntata c’è da fare un discorso totalmente a parte.

Cancellate dalla mente ciò che avete appena letto e ricominciamo da capo.

L’episodio 6 arriva come un raggio di sole in una giornata piovosa. Il ritmo è incalzante, grazie agli attori che riescono a dare il meglio di loro per il gran finale che arriva quasi inaspettato a regalarci una degna ed emozionante conclusione. Tutto torna al suo posto, esattamente come un cerchio che si chiude.

Loki finalmente si è redento e può diventare il dio che deve essere e non più quello che gli altri si aspettano che sia. Nel complesso il giudizio è sufficiente.

Il merito della sufficienza è da attribuire agli attori riuscendo a salvare una sceneggiatura banale che si riprende solo con il sesto episodio con il problema però, di arrivare dopo 5 interminabili episodi che definire noiosi è riduttivo.

VOTO: 6

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