Settembre 2021, nei cinema di tutto il mondo sta per uscire uno dei film di fantascienza più difficili da realizzare della storia: la leggenda di Dune è quasi più legata ai tentativi falliti che alla straordinaria base letteraria, ed è oggetivo come ciò abbia affascinato qualsiasi regista di fantascienza vivente. Se Jodorowski non riuscì nemmeno a finirlo e Lynch fallì miseramente nel tentativo, Denis Villeneuve si ossessiona all'idea di vedere la storia degli Atreides prendere vita su di un telo bianco, e quindi tiene il capo chinato e lavora, lavora, e ancora lavora, consegnandoci poi quello che sarà uno dei film di fantascienza più magnetici del post 2000.
Lo scoglio, la tecnica
Non si può parlare di Dune senza citare i precedenti tentativi di grandi registi, ovvero Jodorowski e Lynch: in entrambe le produzioni il problema che si pose davanti allo staff di lavorazione era uno solo, la tecnica (e quindi i soldi); il primo ebbe problemi produttivi poichè la sua idea era estremamente avanti coi tempi, trovando quindi difficoltà economiche nel realizzarlo, mentre il secondo avendo a disposizione più fondi finì col realizzare un'opera grezzissima tecnicamente e per niente in linea con la sua idea di cinema. Il Dune di David Lynch è forse il più grande dei fallimenti, poichè nemmeno l'anima del libro di Herbert fu rispettata.
Andando avanti col tempo, il progetto di Dune finisce nelle mani di Denis Villeneuve, regista che ha sempre avuto un occhio particolare verso la fantascienza: dopo Blade Runner 2049 infatti arriva l'annuncio dell'inizio delle riprese del mastodontico adattamento. Greig Fraser, Hans Zimmer e Mark Mangini, insomma lo staff non è da poco e da questi nomi ci si aspetta un lavoro come non si è mai visto. Ed infatti eccolo qua.
Il Dune di Villeneuve è tutto quello che deve essere, epico, gargantuesco e magnifico, come scoprire un pianeta mai visto: la galassia dell'universo di Herbert prende vita come se fosse sempre esistita e come se l'avessimo sempre conosciuta; i colori di Arrakis riempono i 70mm della pellicola IMAX, rendendo perfettamente il sentore di sabbia che i nostri personaggi vivono continuamente. Il formato 1,43:1 che occupa appunto tutta la pellicola viene usato proprio per questi momenti, per far sentire la maestosità dei paesaggi allo spettatore.
L'occhio fa certamente la sua parte, ma come detto da Villeneuve stesso "Il suono è il cuore dell'esperienza cinematografica". Difatti dietro alla realizzazione sonora di Dune è stato eseguito un lavoro di ricerca e di sound design quasi senza precedenti, cercando di imitare al meglio i suoni naturali utilizzando gli stessi per creare un vero e proprio "mondo fonico" che potesse essere il più narrativo e dettagliato possibile.
Dagli ornicotteri che fanno tremare il seggiolino del cinema alle dune di sabbia che muovendosi tuonano nel terreno un rumore profondissimo, il team suono crea un'esperienza multisensoriale, comprendente anche del tatto: il suono si percepisce con tutto il corpo, questa è una regola che viene insegnata, e Dune questo lo capisce e lo eleva, facendo diventare la sala un'estensione del mondo mostrato a schermo.
Insomma, siamo passati dall'aver problemi di tecnica al riuscire a realizzare uno dei film di fantascienza più all'avanguardia dell'ultimo millenio, se non di sempre mi verrebbe da dire.
Un film a metà
Ambientato in un lontano futuro, controllato da un impero interstellare, nel quale vige una sorta di feudalesimo e ogni feudo è governato da una casa nobiliare. Racconta la storia del giovane Paul, rampollo della casata degli Atreides, che si trasferisce sull'inospitale pianeta Arrakis, noto come Dune, insieme al padre, il Duca Leto, alla madre Lady Jessica e alcuni consiglieri.
Leto ha preso in gestione il pianeta nella speranza di scovare un posto sicuro, adatto alla sua famiglia e alla sua comunità. Dune, però, è sotto il mirino di tutte le forze dell'universo, decise a ottenerne il suo dominio per una rarità che cresce solo sul suo suolo. Si tratta di una preziosa risorsa, esistente solo qui, che permette a chi la possiede di sbloccare il più grande potenziale umano; infatti, chi assume questa spezia può viaggiare nello spazio, ottenere capacità sovrumane e può vivere più a lungo.
L'estrazione di questa materia prima, però, non è ostacolata soltanto dai vari nemici di Leto, che cercheranno di tendergli più di una trappola, ma anche da enormi vermi della sabbia e dai Fremen, popolo nativo di Dune, che abita i deserti più profondi del pianeta. Inoltre, il controllo esclusivo di questa materia prima scatenerà una vera e propria guerra, ma solo chi riuscirà a superare le proprie paure e a sopravvivere su Dune potrà ottenete la sostanza più ambita dell'universo. Il giovane Paul, ignaro del suo destino, si ritroverà al centro di questo scontro, nel corso del quale compirà grandi gesta.
Sono anni che la prima parte è uscita in sala, ma le critiche sulla divisione in parti non ha accenato una discesa: ogni volta che si parla di questo film le criticità sollevate da molti sono sempre le stesse, ovvero l'estrema seriosità della sceneggiatura e il fatto che non possa essere definito film, in quanto si tratti solamente di un'opera monca. Niente di più sbagliato.
La sceneggiatura di Dune va ben oltre ciò che questi screditori dicono, arrivando a toccare alte vette, soprattutto parlando del genere della fantascienza. Il setup dell'universo messo in piedi da Villeneuve è semplicemente perfetto, in quanto il materiale originale comportava un gran lavoro di elisione su diversi elementi: per questo parecchio non viene detto ma allo stesso tempo sembra che tutto l'ecosistema herbertiano si muova liberamente, senza necessitare di spiegazioni lunghe e dettagliate.
Per questo i tempi del film risultano sempre limpidi, lasciando spazio anche a diversi momenti action, diretti in maniera impeccabile, perchè si, Dune non è un fanta-action: ciò che gli autori ci han fatto credere è che avremmo visto una specie di Star Wars più adulto e complicato, cosa che ovviamente non è.
Conclusioni
La prima parte di Dune è un film che necessitavamo, esempio perfetto di regia che va di pari passo con la narrazione: la parabola degli Atreides prende vita come molti fan hanno sperato per decine di anni, in un'esperienza multisensoriale quasi senza precedenti. La ricerca visuale e sonora permettono al mezzo di esprimere il suo più sopito potenziale. Questa è fantascienza vera.