Continuano i problemi per il mondo dell’animazione. La Warner Bros. Discovery ha annunciato la cancellazione del film Coyote vs. Acme.
È arrivata la notizia dell’ennesima cancellazione in casa Warner, questa volta è il turno di Coyote vs. Acme. Il film dovrebbe combinare animazione e live-action ed è basato sulle avventure di Willy il Coyote (Wile E. Coyote) e Beep Beep (Road Runner), i due personaggi immaginari creati da Chuck Jones e da Michael Maltese nel 1949 per la Warner Bros.
La pellicola, costata secondo alcune fonti quasi 72 milioni di dollari, molto probabilmente non vedrà la luce anche se le prime impressioni erano state tutte più che positive, arrivando a definirlo come il miglior prodotto d’animazione dai tempi del famoso film “Chi ha incastrato Roger Rabbit”.
La regia del film era stata affidata a Dave Green che ha scritto in un recente post su X (il vecchio Twitter):
“Per tre anni, ho avuto la fortuna di realizzare un film su Willy il Coyote, il personaggio più persistente, appassionato e resistente di tutti i tempi. Ero circondato da un team brillante, che ha messo l’anima in questo progetto. Lungo il percorso, siamo stati accolti dal pubblico di prova che ci ha premiato con punteggi fantastici”.
La produzione era iniziata nel lontano 2020 e l’uscita era prevista per luglio 2023. In questo periodo però non è stato rilasciato nessun trailer e nel 2022 è arrivata la notizia da parte della Warner Bros. della decisione di sostituire l’uscita di Coyote vs. Acme con l’acclamato film di Barbie diretto da Greta Gerwig.
Nel ruolo di protagonista fu scelto John Cena con a capo della produzione James Gunn che contribuì anche alla stesura della sceneggiatura.
Non è però il primo film in casa Warner che è stato prima annunciato, poi prodotto e infine cancellato. La stessa sorte è toccata anche a “Batgirl” costato 90 milioni di dollari e il film per bambini “Scoob! Holiday Haunt”.
Nonostante la cancellazione, entrambi i film sono stati ammortizzati dalla Warner grazie ad una agevolazione fiscale di 30 milioni di dollari.
Questa procedura però ha attirato l’attenzione del governo statunitense e in particolar modo di Joaquin Castro, membro del Congresso USA che in una nota su X ha accusato la Warner di “aver bruciato un edificio per prendersi i soldi dell’assicurazione” e ha fatto pressione verso il Dipartimento di Giustizia di fare chiarezza riguardo queste continue cancellazioni.
Le motivazioni della mancata distribuzione erano arrivate tramite una nota ufficiale dei WB Motion Picture Group riportate dal The Hollywood Reporter:
“Con il rilancio della Warner Bros. Pictures Animation a giugno, lo studio ha spostato la sua strategia globale per concentrarsi sulle uscite cinematografiche. Con questa nuova direzione, abbiamo preso la difficile decisione di non andare avanti con Coyote vs Acme. Abbiamo un enorme rispetto per i filmmaker, il cast e la troupe e siamo grati per il loro contributo al film”.
Queste parole però lasciano l’amaro in bocca sia per i fan del coyote più sfortunato del mondo e soprattutto per i lavoratori che dopo 3 anni hanno visto andare in fumo tutti i loro sacrifici.
La minaccia di un’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia ha però fatto fare marcia indietro alla Warner che per non incappare in controversie legali ha deciso di mettere in vendita il film.
Sempre secondo il The Hollywood Reporter, lo studio ora consentirà al regista Dave Green di far acquistare il suo film ibrido live-action/animazione ad altri potenziali compratori invece di accantonare il progetto per una cancellazione fiscale.
Secondo alcune indiscrezioni in pole position ci sarebbe Amazon con il suo servizio di streaming Prime Video, che sarebbe molto interessato ad acquistare il prodotto per distribuirlo sulla propria piattaforma.
All’epoca della cancellazione di Batgirl, la narrazione della Warner fu quella che il film non ancora completato non fosse all’altezza delle aspettative e che la sua distribuzione avrebbe compromesso in modo negativo il marchio DC.
Questo tipo di dichiarazione però non è valsa per Coyote vs. Acme perché il film fin dalle prime proiezioni private ha superato tutti i test di gradimento, generando trepidazione tra i colleghi e amici del regista.
Molti di loro, alla notizia della cancellazione, si sono mobilitati tramite dichiarazioni spiegando che il film avrebbe dovuto meritare una seconda possibilità, oltre ad esprimere preoccupazione per un modo di agire degli Studios incentrato solo al proprio tornaconto.
Da quel poco che sappiamo, la trama nasce da un articolo umoristico di Ian Frazier, pubblicato dal New Yorker nel 1990 chiamato “Coyote v. Acme” e avrebbe dovuto raccontare di Willy il coyote che stufo dei suoi continui fallimenti nel catturare l’inafferrabile Beep Beep decide di fare causa alla nota industria di esplosivi ACME di cui il coyote è assiduo cliente.
Secondo Willy, le sue sventure sarebbero da addossare agli esplosivi difettosi e perciò decide di rivolgersi ad un avvocato e portare in tribunale la grande società ACME. In sostanza, è la storia di un perdente che affronta un’azienda senza cuore i cui dirigenti non si rendono conto che possono esserci conseguenze reali nel far esplodere i loro prodotti.
Letta con gli occhi di quanto è successo, non è troppo azzardato pensare che sia un’allegoria della travagliata realizzazione di Coyote vs. Acme, e più in generale di quanto stia accadendo all’interno del mondo dell’animazione.
Ricordiamo, in questo senso, i continui ritardi dovuti alle pessime condizioni di lavoro che sta subendo il terzo capitolo della saga sullo Spider-Verse di casa Sony. Tutto ciò, secondo alcune fonti provenienti da Hollywood, potrebbe portare ad uno sciopero degli addetti all’animazione.
Noi tutti, fan e fruitori del cinema d’animazione ci auguriamo che questo non accada, soprattutto ora che si è appena concluso in modo positivo lo sciopero di sceneggiatori e attori che ha paralizzato l’industria cinematografica statunitense per tutta l’estate.