Nell’ultimo periodo sempre di più si sente parlare di CinemaScore nelle recensioni dei film e serie Tv, ma non è affatto una novità nel mercato cinematografico.
CinemaScore nasce nel 1978 (uscivano nelle sale “Il Cacciatore” e “Grease”) da un’idea di Ed Mintz dopo aver visto “The Cheap Detective”, per inciso non gli è piaciuto. A quanto pare fu colpito dal commento di un altro spettatore che, deluso anche quest’ultimo dal film, voleva sentire le impressioni della gente comune piuttosto che quelle dei critici. Decide allora di fondare un’azienda per la ricerca di dati nel mondo del cinema relativi al gradimento del pubblico tramite sondaggi.
La particolarità di CinemaScore è proprio quella di raccogliere i voti direttamente dal pubblico nei primi giorni di uscita del film, al contrario di altre famose realtà (prendi ad esempio la celebre Rotten Tomatoes) che riportano le valutazioni di critici professionali. Questo traccia una linea già da subito fondamentale per il risultato che verrà, un pubblico di gente comune porta sicuramente ad avere un giudizio più “superficiale” della pellicola, ma allo stesso tempo rappresenta effettivamente quello che è il giudizio del pubblico pagante.
CinemaScore apre il suo sito nel 1999, prima pubblicava su varie riviste per il pubblico oltre a vendere i suoi dati agli Studios. Con calma nel 2014 arriva anche su X (allora Twitter), dopo un paio di anni aggiunge una grafica più diretta e accattivante con il poster del film e il voto in alto a sinistra, ovviamente ad oggi lo trovi su tutti i maggiori social @cinema_score. Nonostante il mondo vada avanti CinemaScore è rimasto fedele alla cara vecchia carta per i sondaggi.
La tabella che vediamo qui sopra è quella che viene consegnata al pubblico alla fine del film, personalmente ritengo geniale che non sia necessaria una penna per compilare il modulo, infatti basta strappare e ripiegare il voto, le varie risposte e riconsegnare la tabella. Partendo da in basso a sinistra abbiamo il voto generale che varia da A a F, solitamente calcolano un “errore” dato dall’eccitazione del pubblico per un film nuovo, ciò rende anche il voto C come un film “a malapena passabile”.
Proseguendo verso destra abbiamo da inserire il sesso, età, motivo della visione del film, se lo noleggerai o se lo comprerai in DVD o Blu-ray. A mio parere queste ultime due sono abbastanza datate e possono essere riassunte in una, includendo invece la domanda se intendi riguardarlo in streaming, argomento che non piace a tutti i cinefili ma che è ormai una realtà consolidata dell’industria cinematografica.
Le previsioni di CinemaScore sono incredibilmente accurate, un A+ prevede banalmente un successo al botteghino, ciò prova come il loro metodo sia vincente e solido. Solo una nota a margine vorrei fare, CinemaScore opera esclusivamente in sale negli Stati Uniti e Canada, ciò limita ad avere impressioni “americanizzate”. Non fraintendetemi, non ho assolutamente niente contro gli americani e tantomeno contro i loro vicini canadesi, tuttavia mi è impossibile non specificare come questi sondaggi non siano effettivamente mondiali. Non voglio assolutamente fare una polemica sull’influenza dell’America sul mondo dello spettacolo ma sono abbastanza convinto che dei film avrebbero voti ben differenti se valutati con una media che arriva da ogni parte del mondo, rendendo il voto complessivo più globalizzato.