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Mission Impossible vs. Insidious: basso budget è il futuro?

root • 10 Agosto 2023

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Mission Impossible è stato sicuramente oscurato dal Barbenheimer, ma perché lo compariamo con Insidious? Beh perché quest’ultimo ha triplicato il suo budget iniziale al suo debutto, al contrario di Mission Impossible.

Premessa, bisogna ricordare una cosa per decretare se un film è un successo al botteghino: il film deve triplicare il suo budget. L’incasso infatti non deve solo coprire le spese di produzione, ma anche la percentuale che tengono le sale cinematografiche, più i costi del marketing che spesso costano quanto il film stesso. Chiarito questo punto, vediamo come i due film sono andati ai botteghini.

La saga che vede protagonista Tom Cruise è sicuramente una leggenda nel mondo del cinema attuale, da una parte sicuramente per lo charme del suo attore protagonista, dall’altra la longevità della saga non è una cosa da sorvolare.

Tuttavia questo giro è andata male: missione fallita (dal punto di vista degli incassi). Parliamoci chiaro, il settimo capitolo della saga ha portato a casa il miglior debutto della serie, tuttavia è decisamente inferiore a ciò che si aspettava, tenendo conto del fondo iniziale. Sicuramente il film ha subito, e non poco, l’affollamento delle sale per Barbenheimer, nonostante Mission Impossible sia uscito un weekend prima è stato influenzato dall’evento che tutti aspettavano il weekend successivo. Un terzo film nello stesso giorno poi era troppo anche per i cinefili più esperti.

nsidious al contrario, uscito due weekend prima all’evento Barbenheimer, ne ha sicuramente subito meno l’influenza portandosi a casa un ottimo primo weekend di botteghino.

Entrambi sono effettivamente l’ultimo film di due saghe che riempiono le sale ormai da anni, ma che puntano sicuramente ad un target ben diverso. Da sottolineare ancora come il budget iniziale dei due film fosse (ovviamente) su due piani differenti.

Tiriamo giù due numeri per capire meglio. Mission Impossible partiva con 291 milioni di dollari. Recuperati quasi tutti nel primo conteggio di botteghino a livello globale, ben 235 milioni.

Il suo “rivale” ne ha incassati 58 di milioni (totali dopo due settimane), sicuramente meno di Tom ma partendo da una cifra neanche comparabile: 15 milioni. Per i più precisini ha quasi quadruplicato il suo budget iniziale. Ad oggi Mission Impossible è arrivato ad incassare più di 450 milioni di dollari, che rimangono tuttavia ““solo”” 150 milioni in più al budget iniziale. Per questi motivi la comparazione tra i due non risulta effettivamente lecita. Secondo voi i risultati al botteghino sono il miglior modo, o quello più veritiero, per valutare un film?

Ormai è chiaro come ormai spendere l’eccessivo per un film non è più una strategia vincente. O meglio, certo avendo un disposizione più alta hai più margini di errori, puoi provare di più e hai sicuramente molte più possibilità in generale che non starò qui ad elencare. Tuttavia è anche evidente come mettendo avanti una grande quantità di denaro ci si aspetti poi che rientri nelle casse della produzione eccedendo ovviamente la cifra iniziale.

A questo punto starete pensando che basti spendere meno, di base certo è vero ma quando c’è un budget ristretto le limitazioni sono davvero stringenti e non è così scontato far venire fuori qualcosa di veramente buono. Piccola parentesi, è ovvio anche che diverse tipologie di film richiedono diversi budget, ad esempio un Avengers con molti effetti speciali sviluppati al computer richiederà sicuramente un budget proporzionalmente molto più alto di un film girato con essenzialmente due scene e tre cineprese senza effetti speciali. Questo per ricordarci che il discorso budget va comunque elasticizzato da situazione in situazione.

Detto ciò non vuol dire per forza che basso budget uguale a brutto film anzi, una parte del mondo del cinema pare si stia dirigendo proprio in questa direzione. Prendiamo ad esempio A24, giovane realtà produttrice nata in Italia e fondata da Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges. A24 fa riferimento proprio alla famigerata autostrada Roma-Teramo, percorsa da Katz proprio mentre decise di fondare quella che inizialmente doveva essere una realtà più distributiva ma che presto prese piede anche nel mondo della produzione. A24 ha dominato agli Oscar 2023 con Everything Everywhere All At Once e “The Whale”, entrambi i film sono caratterizzati da un modesto budget (anche per tutti gli effetti speciali di EEAAO non sono stati spesi grandi milioni) ma soprattutto da un nuovo modo di guardare il cinema indipendente e proporre modi di narrare differenti e innovativi.

Questo per riassumere come la qualità di un film possa non dipendere dai soldi spesi, ma più dalla collaborazione e apertura di tutte le parti, senza limitarsi ad una major che impone le sue regole e limiti ma che anzi ascoltando gli autori e lasciandoli sperimentare creino qualcosa che si stacchi dalle solite noiose pellicole preconfezionate per il grande pubblico.

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