Cast stellare, colori pastello e navicelle spaziali. Saranno questi gli ingredienti del nuovo e attesissimo film di Wes Anderson. La pellicola, presentata alla 76esima edizione del Festival di Cannes, ci catapulta nel passato, seguendo la strada già intrapresa con la sua ultima opera The French Dispacht. Questa volta però ci troviamo a metà degli anni ’50, in una piccola e fantasiosa cittadina immersa nella Monument Valley, dove viene organizzato un convegno di astronomia al quale parteciperanno liceali appassionati di scienza e spazio da tutti gli Stati Uniti.
Famosa per un cratere nel terreno, formatosi più di cinquemila anni fa a causa dell’impatto con un meteorite, Asteroid City, nome della cittadina che dà il titolo al film, sarà il teatro dove andranno in scena situazioni divertenti ma allo stesso tempo drammaticamente bizzarre condite da un leggero ma inconfondibile romanticismo, marchio di fabbrica dell’autore. La squadra di attori, magistralmente assemblata, conta nomi eccellenti come Jason Schwartzman, Scarlett Johansson, Tom Hanks, Bryan Cranston, Margot Robbie, Jeffrey Wright, Tilda Swinton, Edward Norton, Adrien Brody, Maya Hawke, Steve Carell, Hope Davis, Matt Dillon, Hong Chau, Willem Dafoe e tanti altri ancora.
Il commento dei critici
Insomma, c’è tutto quello che ci si può aspettare da un’opera di Wes Anderson, eppure il film ricco di colori e inquadrature al limite della perfezione geometrica ed estetica, risulta, a quanto pare, povero agli occhi dei critici che hanno avuto la possibilità di vederlo a Cannes il 23 maggio, giorno della sua presentazione in concorso al Festival. Le recensioni pubblicate, infatti, concordano tutte sul medesimo aspetto. Il film risulta un esercizio di stile fine a sé stesso, dove l’estetica un po’ da fumetto e un po’ cartone animato, (che si manifesta con un richiamo esplicito al famosissimo Beep Beep), si mescola con l’effetto nostalgia degli anni ’50 alimentato da una colonna sonora stile country, e dai personaggi stessi, che con i loro stili, oggetti e abiti caratterizzano al meglio quegli anni spensierati ma allo stesso tempo ricchi di contraddizioni. Tutto questo però non lascia nulla alla storia, che risulta, al contrario delle scenografie, grigia e piatta, dove i personaggi appaiono dei contenitori vuoti privi di spessore, contrariamente a quanto ci aveva abituato nelle sue opere precedenti. Il risultato è un incontro-scontro di civiltà espresso sia tramite la trama con un improbabile incontro ravvicinato del terzo tipo, che darà la svolta alla narrazione, e sia tramite la messa in scena del film stesso, dove finzione e realtà si mescolano facendo perdere i punti di riferimento allo spettatore. Nell’opera, infatti, delle scene in bianco e nero, ci presentano la realizzazione del film vero e proprio (a colori). La storia viene organizzata tramite un prologo, un primo, un secondo e un terzo atto seguiti infine da un epilogo. Fin dall’inizio lo spettatore è informato da un presentatore (interpretato da Bryan Cranston) che quello che sta per vedere è in realtà uno sceneggiato televisivo scritto prima di morire da un drammaturgo (Edward Norton). Da qui in poi l’astrazione del racconto diventa predominante con il rischio, seconda la critica, di rimanere spaesati. Ciò nonostante, ai loro occhi, l’opera risulta gradevole, lontana però da quel cinema a cui ci aveva abituati il regista texano.
Date
Il 23 maggio, oltre alla consueta sfilata sul red carpet di attori e registi in pieno stile andersiano, con l’arrivo del cast in bus, accompagnato in sottofondo dalla colonna sonora del film, è stato anche il giorno in cui Focus Features ha rilasciato 3 nuovissime clip del film, per la gioia di chi come noi non ha avuto la possibilità di partecipare al festival francese. Le clip anticipano l’uscita nelle sale statunitensi fissata, su larga scala, per il 23 giugno, anche se il 16 dello stesso mese ci sarà la premier in esclusiva solo in specifiche sale selezionate, mentre il pubblico italiano dovrà aspettare fino al 14 settembre per poterlo vedere sul grande schermo. I primi due estratti ci mostrano più da vicino il personaggio interpretato dalla splendida Scarlett Johansson, che ricopre il ruolo di una famosa attrice con al seguito la propria figlia adolescente. Pochi secondi a clip che però bastano per avere più di un assaggio dell’ambientazione in cui ci vuole portare l’autore. Il protagonista della terza scena è, invece, Tom Hanks che interpreta un padre vedovo che si ritrova con i suoi figli ormai adulti in questa cittadina sperduta nel deserto. Il dialogo di questa clip ci fa intuire qualcosa sulla trama, perché assistiamo ad uno scambio di battute a proposito di alieni, quarantena ed esercito.
A proposito di questo film potremmo fare nostre le parole di Bryan Cranston che in un’intervista rilasciata a Cannes parla della fiducia che lui e i suoi colleghi hanno riposto in Wes a proposito delle riprese. Così anche noi spettatori non dovremmo lasciarci scoraggiare da un eccesso di manierismo, ma al contrario abbandonarci ad un tipo di cinema anticonformista che, per usare le parole di Adrien Brody nella stessa intervista, ci fa tornare bambini.