Il terzo capitolo delle avventure di Poirot, interpretato e diretto da Kenneth Branagh, si immerge nelle acque torbide della laguna veneziana per creare una storia originale a tinte horror.
Siamo arrivati al terzo atto della serie di film sull’investigatore belga (guai a definirlo francese) più famoso della letteratura, creato dalla mente di Agatha Christie. Questa volta, però, il premio oscar Kenneth Branaghche di questo film (come dei due precedenti) è interprete e regista, si discosta dalla storia originale della scrittrice inglese per creare una trama che metterà alla prova l’assoluta e imprescindibile razionalità del protagonista.
Al contrario dei due capitoli precedenti, Assassinio a Venezia abbandona le classiche tematiche investigative per abbracciare una visione più mistica della realtà dove non sempre tutto ciò che accade è spiegabile logicamente.
Assistiamo perciò, alla presenza di due registri narrativi, il primo è ovviamente il whodunit più classico in pieno stile romanzo giallo, il secondo invece è caratterizzato da una forte componente horror che si manifesta in qualche Jumpscare, a mio avviso di troppo, e in una location tenebrosa e spettrale.
Trama
Hercule Poirot si trova a Venezia, la Seconda guerra mondiale è finita da poco e l’investigatore dagli eccentrici baffi non ne vuole più sapere di omicidi e misteri.
Al suo servizio c’è una fedele quanto taciturna guardia del corpo (interpretata da Riccardo Scamarcio) che lo aiuta a tenere lontano chiunque voglia affidargli un nuovo caso. Nonostante la pensione però, convinto da una sua cara amica scrittrice (Tina Fey) decide di partecipare contro voglia, la notte del 31 ottobre, ad una seduta spiritica.
La festa è organizzata da una cantante lirica (Kelly Reilly) che in un recente passato subì la perdita della figlia in circostanze misteriose. Il luogo della seduta è un vecchio palazzo veneziano che ha la nomea di essere infestato dagli spiriti.
A questi 4 personaggi (Poirot, la guardia del corpo, la scrittrice famosa e la padrona di casa) si aggiungono per l’occasione una governante ultracattolica (Camille Cottin), un medico (Jamie Dornan) traumatizzato dagli orrori della guerra appena terminata con suo figlio di 10 anni, l’ex fidanzato (Kyle Allen) della ragazza tragicamente morta e la medium (Michelle Yeoh) con a fianco la sua assistente personale.
Non sarà però una seduta come tutte le altre perché, come succede in questi casi, ci scapperà il morto. Poirot da qui in poi sarà messo a dura prova dagli eventi che si susseguiranno, scoprendo nascondigli nascosti e portando alla luce il passato dei partecipanti.
Analisi
La storia, nonostante prenda drasticamente le distanze da Poirot e la strage degli innocenti romanzo del 1969 da cui è liberamente tratta la vicenda, funziona abbastanza bene, anche se verso la fine si sente la mancanza delle sopraffine deduzioni che hanno reso famosi i romanzi di Agatha Christie.
Il finale è banale ma allo stesso tempo cervellotico lasciando lo spettatore spaesato di fronte a qualche piccoli ma fastidiosi buchi di trama. Nella mente del regista hanno sicuramente il compito di mantenere l’alone di mistero anche dopo i titoli di coda, cosa però che non ti aspetti da un film su Hercule Poirot.
Detto ciò, però c’è anche da parlare dei meriti di un film che cerca in tutti i modi di essere originale, intento che è riuscito nella creazione del personaggio di Poirot.
In Assassinio a Venezia il nostro baffuto ed eccentrico investigatore è un uomo che ha sofferto molto più di quanto vuole far notare, tormentato dai suoi casi passati e dalla due guerre vissute in prima persona. Un uomo stanco di combattere che perde, man mano che il film procede, il suo carattere razionale per restituirci alla fine un uomo capace di convivere con ciò che non si riesce a spiegare perché la condizione umana non sempre può essere catalogata negli elenchi che tanto piacciono a Poirot.
Altro merito va alla scelta delle scenografie (anch’esse originali). Il palazzo storico veneziano infestato dagli spiriti che nasconde terribili misteri riesce a creare una sensazione costante di incertezza grazie anche ad una regia fortemente al servizio della narrazione.
L’atmosfera cupa e claustrofobica dei corridoi, la pioggia e il vento che aprono e chiudono finestre, sono elementi che hanno il chiaro obiettivo di spaventare ma allo stesso tempo distogliere l’attenzione da una sceneggiatura un po’ troppo banale.
Grazie ad un impianto volutamente teatrale Assassinio a Venezia, rispetto ai precedenti, risulta molto più vicino allo stile del regista. Sono chiari e ben visibili i riferimenti ad opere shakespeariane (di cui Kenneth Branagh è stato interprete) e al Fantasma dell’opera. Le inquietanti musiche di Hildur Guðnadóttir (premio oscar per Joker) oltre a far salire sempre di più la tensione riescono bene a rimandare l’idea di teatro che vediamo sullo schermo.
La recitazione degli attori, tra cui spicca Michelle Yeoh (premio oscar alla miglior attrice protagonista con il film Everything Everywhere All At Once), è positiva anche se a volte risulta leggermente scolastica.
Conclusioni
Nel complesso Assassinio a Venezia è un adattamento ben riuscito. Questa volta, e più delle precedenti, Kenneth Branagh è riuscito a dare spessore al personaggio, spingendo Poirot in un territorio (quello dell’occulto) diverso, a cui non era mai stato abituato. Il regista, così facendo, riesce a portare una ventata di aria fresca che era decisamente mancata nel precedente Assassinio sul Nilo.
I problemi però ci sono e da parte mia non sarebbe giusto nasconderli. Quando ci si appresta a rielaborare un’opera letteraria si rischia, molto spesso, di perdere il confronto con l’originale.
Questo è il caso della sceneggiatura di Assassinio a Venezia in cui si intuisce già da metà film chi sarà il colpevole. Gli stessi ragionamenti dell’investigatore non sono così cervellotici come al contrario ci si aspetterebbe e in alcuni momenti si arriva quasi ad anticipare le sue mosse deduttive. Gli aspetti negativi però, sono ben mascherati da una regia e una scenografia che nel complesso rendono il film piacevole.
Voti
- Regia: 7
- Sceneggiatura: 5
- Scenografia: 8
- Recitazione: 6
- Voto: 6.5
Il film è uscito nelle sale italiane il 14 settembre. Se vi siete persi i film e le serie Tv in uscita nel mese di settembre ecco l’articolo dedicato.