Disney ha da poco finito di trasmettere gli 8 episodi di Ahsoka, la nuova serie evento ambientata nel mondo di Star Wars: ecco le nostre impressioni.
Attenzione! Questa recensione contiene spoiler maggiori di Star Wars: Rebels!
Le serie di Star Wars, animate e non, da tempo mandano avanti numerosi archi narrativi che si svolgono in parallela agli avvenimenti dei film; durante questi anni di produzione, che iniziano nel 2008 con la pubblicazione del primo episodio di Star Wars: The Clone Wars hanno prodotto molti personaggi esclusivi, ma anche lasciato aperte un sacco di domande attraverso plot-line che non hanno mai trovato una conclusione con il passare del tempo. Una, tra le altre, si fa sentire più rumorosamente e riguarda la sorte di Ezra Bridger, il protagonista di Rebels, che si è apparentemente sacrificato nel finale della serie per sconfiggere il Gran Ammiraglio Thrawn.
Ahsoka è una serie scritta da Dave Filoni che si presenta come spin-off di The Mandalorian, ma soprattutto come sequel di Star Wars: Rebels. Il protagonista degli eventi è Ahsoka Tano che, insieme all’apprendista Sabine Wren, si lancerà alla ricerca di Ezra, ma soprattutto di Thrawn, il cui ritorno potrebbe riunire ciò che resta dell’impero e lanciare un attacco letale alla fragile Nuova Repubblica.
La serie è disponibile nella sua interezza su Disney+.
Chi è Ahsoka?
Per chi non conoscesse il personaggio di Ahsoka, non apparso in nessuno dei film… beh, avete molte serie da recuperare per tracciare la sua importante storia. Il personaggio nasce come apprendista Padawan di Anakin Skywalker durante le guerre dei cloni ed è uno dei personaggi principali in tutte e 7 le stagioni della serie animata. La sua sorte dopo l’ordine 66 è presto spiegata da Star Wars: Rebels, dove riappare come membro della ribellione e il cui ruolo negli avvenimenti continua a restare estremamente importante.
Nella seconda stagione di The Mandalorian ha fatto la sua prima comparsa in live-action, interpretata da Rosario Dawson, e nei suoi dialoghi ha lasciato intuire ciò che poi si sarebbe visto nella serie a lei dedicata.
Successo o flop?
Le aspettative per Ahsoka fin dall’inizio sono state molto alte, poichè andava a continuare ulteriormente una storia legata in primis all’omonimo personaggio incredibilmente amato dai fan, ma soprattutto collegato ad altre due serie che rientrano ancora tra i migliori prodotti mai rilasciati a tema Star Wars, ovvero Clone Wars e Rebels.
Ambientata dopo la terza stagione di The Mandalorian, Ahsoka parte subito con ritmo incalzante mettendo in tavola fin dal primo episodio tutti gli elementi che poi faranno parte della stagione: Sabine, Ezra, Thrawn, piani malvagi da sventare e incredibili viaggi da intraprendere affinchè tutto vada per il meglio. La storia riesce senza alcun problema a riprendere il flusso da dove era stato interrotto nell’ultimo episodio di Rebels e procede senza mai fermarsi, sfruttando sia meccaniche ed elementi già introdotti che portandone di nuovi senza che questi risultino troppo fuori luogo.
Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Nonostante la volontà di dare un degno seguito a questa plot-line è ben presente nella direzione, insieme a quella di regalare ai fan la migliore esperienza possibile, è evidente sin dai primi episodi che non vi sia una spinta reale dietro le azioni dei personaggi e ciò che avviene on-screen, ma tutto accade un po’ per predestinazione, e un po’ per fortuna.
I protagonisti, che erano già stati ben introdotti ed esplorati in altre serie, tranne per alcune importanti eccezioni, spesso e volentieri agiscono in maniera insensata, prendono scelte azzardate che poi miracolosamente si dimostrano fruttuose oppure sono ridotti a un’ombra stereotipata delle loro versioni di gran lunga psicologicamente più dettagliate che ci erano state mostrate in passato.
Il personaggio stesso di Ahsoka è molto più abbozzato della sua versione passata, e i vari approfondimenti psicologici che le vengono offerti tramite i flashback sono poco influenti sulla trama. Ovviamente è giusto spezzare una lancia a favore della scrittura di alcuni personaggi di ritorno, come Ezra e Sabine, che appaiono pressochè incambiati. È però evidente che i problemi relativi ai personaggi siano prevalentemente di scrittura e non di recitazione, in quanto la performance dei vari attori, a partire da Rosario Dawson per Ahsoka, è pressocchè impeccabile e gestita magistralmente.
Narrativamente parlando, la trama ha troppi elementi. Prova a portare avanti sia la storia dei personaggi interessati, ma fa anche la scelta azzardata di far tornare meccaniche che appartenevano a plot-line già concluse, che non contribuiscono a rendere il tutto più interessante, anzi trasformano la storia in un incomprensibile garbuglio di reference a cose passate che provano ad incastrarsi insieme ad elementi futuri. In tutto ciò, vi è la consapevolezza che nulla di ciò che accade ha reale importanza poichè la trilogia sequel, ambientata anni dopo, è in un periodo di guerra civile che non comprende nessuno dei personaggi che fanno parte degli avvenimenti di Ahsoka.
La parte in cui Ahsoka riesce a brillare è, come in ogni serie di Star Wars, sul lato tecnico che ancora una volta si riprova impeccabile e ben curato. Sia nei modelli in CG delle creature che nei vari effetti speciali utilizzati nei combattimenti attraverso spade laser, blaster e armi simili, la qualità rimane estremamente alta in tutti gli episodi. Anche la regia è ben gestita, con alcune sezioni (come ad esempio, le scene ambientate nei flashback di Ahsoka) estremamente ben fatte, ma la qualità fatica a restare costante e diversi momenti sparsi tra vari episodi calano in qualità in questi aspetti.
Altro elemento forte è il sonoro: le musiche composte da Kevin Kiner sono molto belle e si fanno sentire nelle scene con più pathos, utilizzando alla perfezione i vari leitmotif associati ai personaggi e alle scene che erano già stati introdotti in passato; tuttavia, è da notare che gli standard musicali di Star Wars sono da sempre stati molto alti, e le musiche di Ahsoka per quanto molto belle, riescono soltanto a malapena a restare al livello di altri prodotti ambientati nel mondo di George Lucas. Il sound design è invece, come sempre, estremamente curato e da maggior coinvolgimento alle varie scene, soprattutto durante i combattimenti.
Per altre recensioni, consultate la sezione apposita sul nostro sito!
VOTI:
Narrativa: 5
Personaggi: 6
Sonoro: 8
Lato Tecnico: 8