In occasione dell'uscita del suo nuovo gioco, Ghost in the Mirror, abbiamo avuto il piacere di intervistare Sui, di SuiArts!
D: Salve Sui! innanzitutto rompiamo il ghiaccio: presentati a chi non ti conosce!
R: Ciao gente! Sono Sui e sono un tizio che crea videogiochi. Mi piacciono i pixel, mi piacciono le avventure e mi piace raccontare storie più o meno deliranti, a volte horror e sempre piene zeppe di pessime battute senza filtro.
D: Essere uno sviluppatore di videogiochi di per sè è complicato, in Italia com'è la situazione?
R: È sicuramente un lavoro molto complesso, specialmente quando lo si porta avanti in solitudine. Racchiude in sé una decina di lavori diversi, ognuno con le sue sfide e il suo carico di stress. Senza contare che ci sono davvero tante cose che potrebbero andare storte, facendo fallire un progetto partito bene. Una di queste cose è proprio cercare di attrarre l'attenzione del pubblico, e purtroppo su questo sono proprio negato.
In Italia non basta creare un gioco ma bisogna essere parte attiva di una comunità altrimenti si resta invisibili.
Per fortuna alcuni giocatori vengono a cercarmi nel mio nido virtuale altrimenti nemmeno saprei che qualche italiano mi conosce.
D: Il tuo primo videogioco si chiama Dentures and Demons, pubblicato inizialmente solo sul Google Play Store nel 2019 e successivamente uscito anche per i dispositivi IOS, parlacene e sopratutto illustraci cosa ti ha portato a scegliere un titolo così creativo.
R: Non avevo mai preso seriamente l'idea di creare un videogioco.
Troppo faticoso, troppo lavoro, troppi dubbi ed è difficile piazzarsi su un mercato prolifico fatto di giochi ad alto livello. Non so bene cosa sia successo, ma un giorno mia moglie mi ha convinto a provarci lo stesso. Quindi mi sono dato la spinta e ho deciso di farlo solo per me stesso, senza particolari pretese, senza obiettivi. L'ennesima avventura grafica pixelosa con un detective per protagonista, ma fatta a modo mio.
Non so cosa ci sia che non va in me, ma i primi antagonisti che mi sono venuti in mente erano dei vecchi satanisti nudi. Probabilmente avrei potuto chiamare il gioco "Vecchi nudi", quindi direi che "Dentiere e Demoni" è stata una benedizione.
D: Attualmente il tuo parco titoli vanta ben 4 pubblicazioni in circa 5 anni, con la più recente risalente al primo marzo di quest’anno. Come riesci a trovare l’ispirazione per scrivere nuove storie, le quali, seppur semplici, lasciano un’impronta ben marcata nella mente dei giocatori?
R: Sinceramente non ho ancora scritto una storia che mi soddisfi davvero, e probabilmente in questa epoca è troppo tardi per scrivere qualcosa che non suoni trito e ritrito. Penso che il mio segreto sia partire da questa consapevolezza, scrivendo un soggetto che di per sé non sia minimamente ambizioso.
Ciò che fa la differenza è la sceneggiatura, pensando alle giuste situazioni per tirare fuori il carattere dei personaggi. Questo è ciò che dà un sapore al tutto e fa la differenza tra "Robin Hood - Principe dei ladri" e "Robin Hood - Un uomo in calzamaglia"... Ovviamente l'esempio buono è "Un uomo in calzamaglia"!
D: Infine, vorrei porti una domanda personale: come hai scelto di diventare uno sviluppatore di videogiochi e soprattutto quale percorso di studi hai intrapreso?
R: Ti sembrerà assurdo, ma nel contesto e nell'epoca da cui provengo non si parlava di percorso di studi e non si parlava certo di carriera.
Dopo le superiori, la mia unica opzione era la fabbrica, soprattutto perché ho trascorso 7 anni in una scuola professionale senza dare l'impressione di volerne uscire... E in effetti così è stato. Ho lavorato in fabbrica per qualche tempo, poi mi sono messo a studiare programmazione da autodidatta e sono diventato un impiegato. Poi, nel 2018, dopo quasi 10 anni, ho deciso di cambiare ancora, ma non immaginavo che sarebbe andata a finire così. Non ho mai pensato che quel videogioco amatoriale potesse davvero portare a un cambiamento nella mia vita, ma così è stato.
Che dire, approfitterei di questo per dare l'esempio agli altri: non importa da quanto sei su quel percorso, puoi sempre cambiare!
Ringraziamo Sui per averci concesso questa intervista, e vi ricordiamo che Ghost in The Mirror è disponibile già da ora su Steam, Google Play e Apple Store!
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