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Recensione Gaming

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, la nostra recensione

root • 26 Maggio 2023

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Ricordo ancora le urla di gioia e stupore quando nel 2019 Nintendo annunciò, completamente a sorpresa, che avrebbero iniziato la produzione del sequel per Zelda: Breath of the Wild, titolo di punta della allora giovane Switch. Un annuncio aspettato, quasi ovvio viste le vendite del gioco, ma che comunque ci lasciò quasi storditi a pensare che avremmo potuto continuare le nostre avventure nel regno di Hyrule, rimanendo affiliati alla storia e alle dinamiche di un gioco che era sembrato a tutti come quasi perfetto. Il team di sviluppo di Tears of the Kingdom si è quindi trovato a dover trasportare sulle proprie spalle un’importante responsabilità: il non deludere i fan. E visto il successo che il titolo sta avendo, è indubbio che ci siano riusciti.

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom
Anno: 2023
Genere: Azione, Avventura
Piattaforme: Switch

Sinossi

Un epico viaggio attraverso Hyrule e i suoi cieli ti attende in The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom: parti per una pericolosa missione per scoprire la verità sulla catastrofe che ha gettato il regno nel caos. Sarai tu a decidere quale cammino seguire mentre esplori le sconfinate distese di Hyrule e le misteriose isole che fluttuano nei suoi vasti cieli. (Sito ufficiale)

Recensione

Mentre nelle menti dei più si era annidato il dubbio che Nintendo stesse producendo un sequel puramente money-grabber e che avesse più il sapore di un DLC che di un gioco a sè stante, la casa di sviluppo giapponese è riuscita magistralmente a dimostrarci il contrario. Il nuovo capitolo della saga di Zelda è un miglioramento in ogni aspetto rispetto al precedente.

Il pilastro fondamentale del videogioco sono le meccaniche di gameplay, completamente diverse da Breath of the Wild. Le nuove abilità di Link vanno ad interagire con il mondo che lo circonda in maniera più incisiva e interessante, fornendo ai giocatori più opzioni di movimento e combattimento. La possibilità di poter creare macchine volanti di propria inventiva grazie all’Ultramano, oppure quella di balzare su piattaforme elevate grazie all’Ascensione influiscono sul gameplay in un modo completamente opposto alle opzioni a cui il nostro protagonista aveva accesso nel capitolo precedente del franchise.

Queste nuove dinamiche che si sono andate a delineare hanno ovviamente anche influenzato i puzzle presenti all’interno dei Sacrari, che garantiranno potenziamenti in seguito al completamento di una sfida. L’upgrade è nettamente in positivo, grazie soprattutto alle tecnologie Zonai, oggetti che adibiscono ad una singola funzione e che permettono a Link di superare ostacoli altrimenti incredibilmente ostici. Ma è proprio nei Sacrari che emerge alla perfezione la grandezza di questo videogioco: non vi è una sola strada per superare i tranelli tesi in questi templi, poichè le nuove azioni disponibili al giocatore aprono a un parco di scelte così vasto che l’unico limite resta solo l’immaginazione. Vuoi fondere degli oggetti per creare una mongolfiera? Ottimo, o forse preferisci costruire un pericolante ponte di tronchi? Accomodati pure.

Insieme al gameplay è ovviamente mutato anche il mondo di gioco. Hyrule ha subito incredibili cambiamenti insieme ai fenomeni catastrofici che hanno causato al castello della regione di balzare in cielo, e alle rovine fluttuanti degli Zonai di piombare sulla superficie. La mappa, per quanto sia fondamentalmente la stessa del prequel, è piena di novità: caverne, anfratti, rovine, tutte inedite. In aggiunta a ciò, è pieno di isole fluttuanti nei cieli da esplorare, con nuove sfide e nemici. Proprio su questi ultimi vale la pena soffermarsi, in quanto è stato effettuato un meticoloso lavoro di aggiunta e rinnovamento rispetto a Breath of the Wild, al quale erano state rivolte molte critiche per la minuta varietà di nemici. Il problema viene risolto nel nuovo Zelda, aggiungendo tonnellate di nuovi avversari da affrontare, sia provenienti da vecchi capitoli del franchise, sia inventati ex-novo.

Il sistema di combattimento è rimasto pressoché intatto, pertanto non mi ci soffermerò a lungo, ma è giusto fare presente quanto l’abilità Compositor abbia avuto impatto sulle già consolidate meccaniche del gioco prequel: Adesso sarà possibile fondere alle proprie armi oggetti comuni, come rocce, fiori, casse e drop dei nemici, per fornire ad esse abilità particolari. Ad esempio, i sassi aumentano il danno e trasformano un’arma qualsiasi in un martello, capace di distruggere altri macigni. Aggiungendo a questa nuova funzione la completa rimozione di alcuni elementi come le bombe della tavoletta Sheikah, oppure le frecce elementali, e si vanno a delineare nuove meccaniche per nulla scontate, dove i drop naturali in giro per la mappa diventano ancora più importanti grazie all’utilità aggiunta che hanno in combattimento.

La componente grafica è rimasta identica, ma con effetti particellari più elaborati ed intricati, frutto probabilmente di un lungo lavoro di ricerca ed approfondimento da parte del team di sviluppo. Proprio a causa di questa operazione di miglioramento, ogni tanto sono notabili dei cali di performance che però vanno ad influire in maniera minima sul gameplay. Per dire la verità, alcuni utenti, esperti in programmazione, hanno definito Tears of the Kingdom un miracolo dell’ottimizzazione, perché per un gioco mastodontico come questo è davvero difficile far sì che riesca a girare senza troppi problemi sul corrente hardware di Nintendo, ma il team di sviluppo è riuscito comunque nell’impresa.

Ultimo punto, ma chiaramente non per importanza, è la storia del gioco. Per evitare spoiler non accennerò a niente di essa, ma va a ricalcare punti estremamente importanti e già ripresi in alcuni titoli precedenti del franchise. In relazione a Breath of the Wild, è chiaramente notabile l’influenza che Link ha avuto sul mondo di gioco, con molti NPC che ne narrano le gesta e ricordano gli avvenimenti da poco accaduti e come il nostro eroe abbia già una volta salvato Hyrule. La regione esplorabile è stata inoltre riempita di side-quest opzionali, con micro-arc di storia paralleli a quello principale che permetteranno meglio di esplorare la storia delle regioni e dei personaggi, oltre che a fornire materiali utili come ricompensa.

Menzione speciale va fatta al comparto sonoro, le cui musiche dolci e calme riescono perfettamente ad accompagnare l’esperienza di gioco. Il sound design di effetti sonori, rumori e ambience è gestito in maniera sopraffina, ed è sempre un piacere da ascoltare in ogni suo aspetto. Un lavoro curato nel dettaglio eccelsamente.

Per concludere, Zelda: Tears of the Kingdom è un sequel eccellente, dove vengono solo risolti problemi di Breath of the Wild, e viene fornita una nuova e originalissima storia, posizionando questo capitolo, come il prequel, istantaneamente nel Pantheon dei giochi migliori mai prodotti da Nintendo e non. Per tutti i fan del franchise, ma non solo, anche tutti i fan dei giochi open-world e di avventura, questo gioco è un must-play.

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VOTI:
Gameplay: 10
Grafica: 9.5
Sonoro: 9.5
Narrativa: 9.5

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