Il brand di Pokémon ha ricevuto diverse trasposizioni cinematografiche, ma nessuna è stata come il film di Detective Pikachu. Scopriamo cosa rende questa pellicola particolare rispetto al resto del franchise delle creature tascabili.
Pokémon al cinema, ma non per la prima volta!
Come tutti sappiamo, la serie di Pokémon ha inizio sul Game Boy più di vent’anni fa, più precisamente in Giappone nel 1996.
Nonostante la popolarità e l’importanza sulla cultura pop, i primi due capitoli (Pokémon Verde e Pokémon Rosso) non ebbero inizialmente un grande successo: alcuni fattori hanno permesso al brand di diventare un fenomeno di massa. Oltre al famoso evento di Mew su CoroCoro, l’anime di Pokémon è stato uno dei più importanti promotori del motto “Gotta catch ‘em all!” (in italiano, “Acchiappali tutti!”) non solo per il Giappone, ma per tutto il mondo.
Partendo dalle premesse e dei personaggi della serie animata, sono stati poi realizzati 23 film con protagonista Ash e i suoi compagni. In questi prodotti, pur non essendo considerati canonici rispetto ai videogiochi e all’anime principale, sono stati esplorate alcune delle sottotrame e delle tematiche tra le più interessanti, secondo i fan Pokémon.
Ci sarebbe molto altro da approfondire, soprattutto per via delle scelte registiche e di genere adottate da un film all’altro! Fateci sapere nel caso se vi interesserebbe vedere un articolo dedicato interamente a questi prodotti Pokémon.
Prima di tutto… chi è Detective Pikachu?
Il film “Pokémon: Detective Pikachu” è basato sul, meno noto, videogioco omonimo per Nintendo 3DS. Il titolo del 2016 è uno spin-off investigativo del franchise, che riesce a incorporare le dinamiche del genere nel magico mondo dei Pokémon.
La storia vede come protagonisti principali Tim Goodman, un ragazzo alla ricerca del proprio padre scomparso, e appunto Detective Pikachu, deciso ad aiutare il giovane a risolvere questo mistero. Durante il gioco il duo si confronterà in diversi grattacapi e casi nei quali si troveranno immischiati. Essendo Tim l’unico a poter parlare con Pikachu, potremo chiedere informazioni e interrogare non solo i testimoni umani ma pure quelli Pokémon.
Il mondo di Rhyme City unisce l’immaginario classico dei gialli inglesi, con il suo humor, a quello classico dei Pocket Monster senza risultare straniante per il videogiocatore. Pur essendo adatto a tutte le età, potrebbe non piacere a tutti per via della sua differenza con gli altri giochi, principali e non, della serie. Invece per gli appassionati del genere (titoli come Professor Layton o Ace Attorney) vi aspetta un approccio narrativo abbastanza particolare, rispetto a quello che vi aspettereste, ma potreste rimanere delusi dalla semplicità degli enigmi.
Lanciamoci nella Rhyme City del film
Il film dedicato al piccolo topo investigatore venne annunciato due anni dopo l’uscita del titolo per Nintendo 3DS (12 novembre 2018). “Pokémon: Detective Pikachu” uscì nelle sale di tutto il mondo nel 2019 ed ottenne un discreto successo, nonostante le critiche da parte di pubblico ed esperti. Il regista è Rob Letterman, che aveva già diretto “I fantastici viaggi di Gulliver” (2010) e “Piccoli brividi” (2015).
Le premesse narrative della pellicola sono simili rispetto a quelle del videogioco, presentando sostanziali differenze però nelle vicende centrali e nel finale della storia. Ci si concentra maggiormente sulla misteriosa sparizione del padre, che sembra essere legata a una particolare droga che rende irascibili i Pokémon che ci entrano in contatto.
“Pokémon: Detective Pikachu” presenta visivamente toni più cupi rispetto a quella del videogioco, con la presenza di di battaglie e fughe dal grande dinamismo e impatto visivo. Anche le ambientazioni e la fotografia supportano questa chiave interpretativa, distaccandosi parecchio dal giallo inglese del videogioco. L’approccio preso dal film riprende gli stilemi più classici del noir e del thriller del cinema moderno americano.
Nonostante l’ottimo intrattenimento che il film live action può offrire per i fan del franchise, la scrittura non è priva di difetti e di buchi di trama. Arrivati a un certo punto della visione, non è difficile immaginare cosa potrebbe accadere nelle successive fasi della storia. Il film di Detective Pikachu cerca di intavolare una narrazione sulla carta interessante, ma si perde nell’esemplificazione delle tematiche per adattarlo a qualunque fascia di pubblico. Ci sono anche diverse soluzioni registiche e narrative, come quelle utilizzate per i flashback, che risultano troppo esplicative e poco creative. Tutto ciò ovviamente entra in netto contrasto con il mondo più maturo, che viene presentato agli spettatori.
Attori umani e non?!
Una parentesi fondamentale da aprire per il film di Detective Pikachu è sicuramente quella legata alla performance attoriale e alla resa dei Pokémon nel mondo creato dal film.
Gli attori risultano credibili per il ruolo che devono interpretare, ma non si riesce a empatizzare a pieno con la maggior parte del cast. Spesso si sente la mancanza di una caratterizzazione che poteva rendere interessanti e coinvolgenti gli intenti dei vari personaggi, come nel caso di Lucy Stevens (protagonista femminile del film, che però viene approfondita poco). Uno dei pochi che presenta uno sviluppo interessante è Tim, il protagonista: partendo da solitario e da persona che mal sopporta i Pokémon, cresce insieme a Pikachu risolvendo i propri problemi.
Uno dei punti forti della pellicola è l’ottima resa delle creature tascabili un questo film. I Pokémon riescono a fondersi bene con l’ambiente circostante, con il quale interagiscono in maniera molto naturale. L’effetto fotorealistico, reso grazie alla fotografia e ai modelli ricchi di dettagli (peli, texture e non solo), avvalora il mood e il tipo di narrazione che il film cerca di raccontare.
Ovviamente tra questi Pokémon, quello che risulta maggiormente caratterizzato è il Pikachu protagonista. Il suo personaggio è probabilmente quello più curato a livello tecnico, trasmettendo al meglio le emozioni del topo giallo. Anche le battute e le sue interazioni con Tim, anche grazie al fatto che riusciamo a comprendere ciò che dice, sono ben calibrate sull’attore Ryan Reynolds, che gli dà voce nel film.
Il sequel di Detective Pikachu è in arrivo?
Già 5 mesi prima dell’uscita del film, era stato annunciato il sequel di Detective Pikachu da parte di Legendary. Da allora la produzione è passata da uno studio all’altro e si sta aspettando qualche nuova informazione ufficiale al riguardo.
Sull’aspetto videoludico un nuovo capitolo di Detective Pikachu è in arrivo a breve, esattamente il 6 ottobre, su Nintendo Switch. Nonostante il comparto grafico non eccellente, sembra un gioco interessante per coloro che hanno provato il primo titolo. “Detective Pikachu: il ritorno” si pone come seguito delle vicende del primo titolo, infatti vediamo i personaggi cresciuti rispetto al gioco per Nintendo 3DS.
La storia si riconcentrerà sulla ricerca del padre scomparso, dove per risolvere i casi potremo fare affidamento anche alle abilità di alcuni Pokémon che Pikachu potrà cavalcare o dai quali potrà farsi aiutare. Per esempio ci sono Growlithe, che può scovare tramite il suo olfatto nuove piste, Darmanitan di Galar, che riesce ad aprirci nuove strade con i suoi pugni, oppure Luxray, che possiede una visione che oltrepassa le pareti.
Se siete interessati potete preordinare Detective Pikachu: il ritorno sul My Nintendo Store, che offre come bonus una tazza a tema.
Siete fan della serie di Pokémon? Conoscevate questo spin-off videoludico e cinematografico del franchise?
Se voleste approfondire e rimanere aggiornati per quanto riguarda il mondo Pokémon, vi consigliamo i nostri articoli dedicati!