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Recensione Gaming

Final Fantasy 7 Rebirth: La recensione!

Rosario Luca Linguanti • 24 Aprile 2024

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A distanza di 4 anni dall’uscita di Final Fantasy 7 Remake e il suo dlc Intermission, Final Fantasy 7 Rebirth è pronto a raccontarci il proseguo della storia di Cloud e compagni aggiungendo il secondo tassello del progetto di Rebuild di Final Fantasy 7. Square Enix e Nomura saranno riusciti a conquistare il favore dei giocatori e ad offrire un prodotto valido e completo? Scopritelo con noi nella nostra recensione!

Final Fantasy 7

Trama e personaggi

La trama di Final Fantasy 7 Rebirth prosegue dalla fine delle vicende di Final Fantasy 7 Remake. Se non avete giocato il primo capitolo, il nostro consiglio è di recuperare il titolo uscito nel 2020 prima di approciarvi a questa seconda iterazione, perché la trama di Rebirth inizia dopo la fine di Remake. Per evitare spoiler, ci limitiamo a raccontarvi che, come in Remake, Sephiroth e la Shinra avranno un ruolo chiave anche nelle vicende di questa seconda parte.

Final Fantasy 7

Trattandosi di una rilettura del Final Fantasy 7 originale, vi sono dei cambiamenti e degli approfondimenti della trama del titolo madre che in alcuni casi ampliano lo spettro della lore delle vicende già narrate, ma in altri casi modificano degli avvenimenti che potrebbero far storcere il naso ai fan di lunga data. Il cast dei personaggi, invece, rimane solido ed estremamente caratterizzato, più di quanto già visto in remake, portandovi ad empatizzare molto coi protagonisti e rendendo così l’esperienza generale emozionante e coinvolgente.

Gameplay

Arriviamo a quello che secondo noi è il punto più alto di Final Fantasy 7 Rebirth: il Gameplay. Bisogna premettere che dopo l’eccellente lavoro fatto in Remake era difficile sperare di avere di meglio, ma Square Enix è riuscita ad ampliare e migliorare ulteriormente la formula rendendo il gameplay di Rebirth il mix perfetto tra stile di gioco tattico e action. Per chi non avesse giocato il capitolo del 2020, il gameplay di Final Fantasy 7 è composto da una solidissima componente action, fatta principalmente di attacchi leggeri, conditi da magie e attacchi speciali, e che si incastra perfettamente con la componente tattica, rappresentata dall’ATB.

L’ATB, in parole povere, consiste in una barra che si ricarica attraverso gli attacchi sferrati e permette di sferrare dei colpi potenti, delle magie o di utilizzare oggetti. Quando si apre la sezione dell’ATB, il tempo a schermo viene rallentato, permettendo al giocatore di scegliere tatticamente quale azione sia meglio svolgere in quel determinato frangente. Considerando anche che il giocatore avrà sempre a disposizione un party da 3 personaggi, tutti e tre controllabili singolarmente, con la possibilità di switchare tra uno e l’altro, la comodità e la genialità dell’ATB sta proprio nel poter elaborare una strategia che vi permetterà di giocare al meglio le carte del vostro party aumentando le possibilità di successo negli scontri più complessi.

Questo già ottimo sistema di combattimento è stato ampliato attraverso le abilità sinergiche. Per ogni azione ATB che effettuerete con un singolo personaggio, si caricheranno delle barette che dopo una determinata quantità (quest’ultima deve essere carica anche nel personaggio con cui vorrete effettuare l’abilità) vi permetterà di effettuare un’azione speciale che coinvolgerà due personaggi a scelta. Le abilità sinergiche sono composte da attacchi molto potenti che in alcuni casi daranno anche dei boost ai personaggi, o dalla Sincrovisione, che vi permetterà di aumentare le barre ATB da due a tre per un breve periodo riducendo la quantità di attacchi per essere riempite. Il mix di tutte queste caratteristiche porta ad un gameplay estremamente soddisfacente in grado di catturarvi dall’inizio alla fine del gioco e portandovi a sperimentare sempre nuove combo di personaggi e abilità per trovare quella perfetta per sopraffare i nemici!

Progressione

Punto di svolta di questo secondo capitolo è il cambiamento della progressione. Mentre in Final Fantasy 7 Remake la progressione era lineare e formata dall’alternanza di corridoi con aree più o meno ampie, Final Fantasy 7 Rebirth si apre all’open world. Il titolo di Square Enix si approccia a questo stile esplorativo in maniera eccellente, presentando una quantità di attività, missioni secondarie e minigiochi a tratti anche soverchiante, il tutto condito da un sistema di progressione dei singoli personaggi davvero eccellente.

I personaggi hanno un livello, il quale cap è settato a 70, che gli permette di aumentare i PV e PM; a questo si aggiunge il livello arma, che dipende dai manuali di addestramento disseminati nella mappa di gioco ottenibili attraverso missioni secondarie o minigiochi. Teniamo a sottolineare però che se vorrete maxare il vostro party dovrete rigiocare la campagna in modalità difficile, perché solo lì potrete ottenere gli ultimi manuali. Sbloccare questi oggetti vi permetterà di attivare le abilità sinergiche e potenziare le abilità, i danni e la difesa dei vostri personaggi. Oltre a questo, la sinergia che avrete con ogni personaggio, quest’ultima incrementabile attraverso alcune risposte nei dialoghi o se utilizzerete o meno quel personaggio all’interno del vostro party, aumenterà o meno l’efficacia delle abilità sinergiche con esso.

La nota dolente dell’open world all’interno di Rebirth è il ritmo. Sia chiaro, come già detto, non starete mai fermi e avrete sempre qualcosa da fare ma questo vi porterà, se vorrete completare le attività durante la main quest, a dimenticarvi proprio di quest’ultima spezzando a più riprese il ritmo del racconto.  

Comparto Tecnico

Il punto più debole dell’intera produzione è proprio il comparto tecnico. Al di là di una direzione artistica monumentale, una qualità eccelsa nella realizzazione dei personaggi principali e dei filmati di gioco e di una colonna sonora indimenticabile, Final Fantasy 7 Rebirth mostra il fianco proprio nell’open world. Texture a bassissima risoluzione, pop up e pop in continui e in generale un comparto grafico che scricchiola in più di un’occasione spezzano il senso di immersione.

Per quanto riguarda invece il frame rate, il gioco rimane sempre solido sui 60 fps con qualche lieve rallentamento nelle fasi più concitate almeno prima dell’ultima patch che sembra aver risolto anche questi problemi. In modalità grafica invece, i 30 fps sono granitici ma i difetti grafici non mancano anche se si attenuano sensibilmente. Teniamo a precisare che abbiamo giocato l’intero titolo a modalità prestazioni, analizzando la modalità grafica solo dopo aver completato la main quest.

In conclusione, Final Fantasy 7 Rebirth è un jrpg colossale capace di intrattenervi a lungo e di farvi emozionare. La scelta dell’open world è secondo noi vincente al netto dei problemi grafici e di ritmo che speriamo possano essere risolti dell’ultimo capitolo di questo Rebuild di Final Fantasy 7!

VOTO FINALE: 9

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