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Akira Toriyama: la sua storia e i suoi successi

Niccolò Fastelli • 15 Marzo 2024

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Akira Toriyama è stato un importantissimo mangaka che è riuscito, con le sue opere, ha cambiare e influenzare la vita di milioni di persone.

In questo articolo vogliamo riassumere un po' della sua vita e dei sui traguardi raggiunti nel corso degli anni.

Cenni biografici

Akira Toriyama è stato un disegnatore di manga giapponese e designer di personaggi. Ha ottenuto il riconoscimento del pubblico creando la popolare serie manga Dr. Slump, prima di creare Dragon Ball (il suo lavoro più famoso) e di agire come designer di personaggi per diversi popolari videogiochi come la serie Dragon Quest, Chrono Trigger e Blue Dragon. Toriyama è considerato uno degli autori più importanti nella storia del manga, poiché le sue opere sono molto influenti e popolari, in particolare Dragon Ball, che molti mangaka citano come fonte di ispirazione. Già affermato nel panorama anime e manga con opere come Mad Matic, Rosa e Fuga, nel 1982 convola a nozze con Nachi Mikami. In molti la descrivono come una donna di grande rispetto, sempre pronta a offrire il suo sostegno e la sua collaborazione, sia nella sfera privata che in quella professionale; sua solida compagna di vita e madre dei loro due figli: Sasuke Toriyama e una figlia la cui identità rimane riservata.

Ha ottenuto nel 1981 il premio Shogakukan Manga Award per il miglior manga shōnen con Dr. Slump, che ha venduto oltre 35 milioni di copie in Giappone. È stato successivamente adattato in una serie anime di successo, con un secondo anime creato nel 1997, 13 anni dopo la fine del manga. La sua serie successiva, Dragon Ball, sarebbe diventata uno dei manga più popolari e di successo avendo venduto 260 milioni di copie in tutto il mondo, è una delle serie manga più vendute di tutti i tempi. All'estero, gli adattamenti anime di Dragon Ball hanno avuto ancora più successo rispetto al manga e sono accreditate per aver incrementato la popolarità degli anime nel mondo occidentale. Nel 2019, in Francia Toriyama è stato nominato Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere per il suo contributo alle arti.

l’inizio di carriera & “Dr. Slump”

A soli 23 anni, costretto da necessità finanziarie ad abbandonare il suo lavoro, Akira Toriyama si lanciò nel mondo del manga presentando un'opera a un concorso amatoriale del Weekly Shōnen Magazine della Kodansha. Per un soffio, non riuscì a partecipare, ma la provvidenza lo indirizzò verso un'altra rivista, la Weekly Shōnen Jump, che ogni mese organizzava il "Newcomer Awards". Kazuhiko Torishima, che sarebbe diventato il suo editore, rimase colpito dal manga di Toriyama, seppur si trattasse di una parodia di Star Wars e non di un'opera originale. Attraverso un telegramma, Torishima lo spinse a creare "Wonder Island", che nel 1978 divenne il suo primo lavoro pubblicato sulla Weekly Shōnen Jump, classificandosi all'ultimo posto nel sondaggio dei lettori.

Toriyama, scoraggiato, pensò di abbandonare il sogno del manga, ma la tenacia lo spinse a continuare. Nonostante il "flop" di "Wonder Island 2" (1978), disegnò circa 500 pagine di storie fallimentari, tra cui "Today's Highlight Island" (1979). Su suggerimento di Torishima, che lo incoraggiò a creare una protagonista femminile, nacque "Tomato the Cutesy Gumshoe" del 1979, che ottenne un discreto successo e lo indusse a dar vita a un altro personaggio femminile: la celebre "Arale".

Serializzata sulla Weekly Shōnen Jump dal 1980 al 1984, "Dr. Slump" divenne un successo strepitoso, consacrando Toriyama come un nome iconico nel panorama del fumetto giapponese. Le stravaganti avventure del professor pasticcione e del suo piccolo robot super-forte Arale conquistarono il pubblico con scene comiche e familiari. Nel 1981, la serie valse a Toriyama il premio Shogakukan Manga Award per la migliore serie manga shōnen o shōjo dell'anno e ottenne un adattamento anime trasmesso lo stesso anno su Fuji TV.

Pur godendo di grande popolarità con "Dr. Slump", Toriyama desiderava concluderla entro circa sei mesi dalla sua nascita. La casa editrice Shueisha acconsentì alla sua richiesta a patto che iniziasse subito un nuovo progetto. Insieme a Torishima, si dedicò quindi alla realizzazione di diversi one-shot per Weekly Shōnen Jump e il mensile Fresh Jump.

Nel 1981, Toriyama fu selezionato tra dieci artisti per creare un'opera di 45 pagine per il concorso Reader's Choice della Weekly Shōnen Jump. Il suo manga "Pola & Roid" si classificò al primo posto. L'anno successivo, partecipò nuovamente al concorso con "Mad Matic", mentre il suo one-shot "Pink" venne pubblicato sul numero di dicembre di Fresh Jump.

Per la terza volta selezionato per il Reader's Choice, Toriyama si trovò suo malgrado a occupare il primo posto, dovendo lavorare durante durante il Capodanno del 1983 per realizzare "Chobit". Insoddisfatto della  scarsa popolarità ottenuta, decise di tentare nuovamente la sorte con "Chobit 2" (1983).

 

Il fenomeno “Dragon Ball”

Su suggerimento di Torishima, ispirandosi alla passione di Toriyama per i film di kung fu, nacque "Dragon Boy", un manga shōnen in due parti pubblicato sui numeri di agosto e ottobre 1983 di Fresh Jump. La storia narra le avventure di un giovane abile nelle arti marziali che accompagna una principessa nel suo viaggio verso il regno natale. L'accoglienza calorosa riservata a "Dragon Boy" pose le basi per la sua evoluzione in "Dragon Ball" nel 1984.

Serializzato su Weekly Shōnen Jump dal 1984 al 1995 e con ben 159,5 milioni di copie tankōbon vendute solo in Giappone, Dragon Ball si consacrò come una delle serie manga più vendute di tutti i tempi. Inizialmente concepito come un manga d'avventura con elementi comici, si trasformò poi in un'appassionante serie di combattimenti di arti marziali, divenendo per molti "il manga shōnen più influente". Il suo successo fu tale da spingere la circolazione di Weekly Shōnen Jump a un picco di 6,53 milioni di copie nel 1995. Al termine della serie, Toriyama, desideroso di intraprendere nuove sfide, chiese a tutti i collaboratori di lasciarlo concludere l'opera. In quasi 11 anni di lavoro, realizzò 519 capitoli raccolti in 42 volumi.

Il successo del manga diede vita a un vero e proprio impero: cinque adattamenti anime (la quinta in produzione), numerosi film animati, una vastità di videogiochi e un'infinità di merchandising. Oltre al trionfo in Giappone, Dragon Ball conquistò anche il pubblico internazionale: in Asia, Europa e Americhe.

Dall'opera di Toriyama presero vita due serie anime prodotte da Toei Animation: Dragon Ball e Dragon Ball Z, trasmesse in Giappone dal 1986 al 1996. Lo studio realizzò anche 21 film animati e tre speciali televisivi, tutti non canonici, a cui si aggiunsero la serie sequel anime Dragon Ball GT (1996-1997), non canonica,  e la serie midquel anime Dragon Ball Super (2015-2018), questa volta canoninca, il cui manga è ancora in corso.

Dal 2009 al 2015, una versione rivisitata di Dragon Ball Z, intitolata Dragon Ball Kai, ripropose la storia in modo più fedele al manga, eliminando gran parte del materiale presente solo nell'anime; inoltre, in autunno 2024 sarà trasmesso il primo espisodio di Dragon Ball Daima, la quinta serie animata del franchise, nonchè ultima serie che vede la diretta partecipazione di Toriyama.

L'influenza di Dragon Ball si estese ben oltre i confini del manga e dell'anime, dando vita a un'ampia franchise multimediale che include film (sia animati che live-action), giochi di carte collezionabili, action figures, colonne sonore e una miriade di videogiochi.

L'iconico manga di Akira Toriyama ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare, diventando una delle serie manga più celebrate di tutti i tempi, sia in patria che all'estero. La sua straordinaria popolarità continua a sfidare il tempo, conquistando un pubblico sempre più ampio e appassionato.

"Dragon Ball" e il Messico

In Messico e in gran parte dell'America Latina, l'accesso alle serie animate era limitato. Dragon Ball si impose come una delle poche alternative di intrattenimento per i giovani, conquistando un vasto pubblico durante la sua trasmissione.

A differenza di altri paesi, l'animazione in America Latina e in Messico era in netto ritardo. Le stazioni televisive locali non disponevano di contenuti propri, ritenuti troppo costosi da produrre, pertanto, si optava per l'acquisto dei diritti di anime giapponesi per riempire i palinsesti.

Un altro fattore determinante per la popolarità degli anime era il costo. I diritti di trasmissione degli anime giapponesi erano nettamente inferiori a quelli dei programmi americani, favorendo una rapida ascesa del genere.

Questo scenario ha creato un vero e proprio effetto domino, dando vita a una vastissima schiera di fan di Dragon Ball in Messico. Molti millennials ricordano con affetto le loro pigre mattine del fine settimana trascorse in compagnia dei Guerrieri Z, imparando preziose lezioni dalla serie. L'enfasi sulla famiglia e sul senso di comunità presente nella storia ha trovato grande riscontro nel pubblico latinoamericano, creando un nuovo legame tra le persone unite dalla passione per la serie.

All'interno di questa comunità, i giovani hanno trovato una seconda famiglia, incontrando coetanei che condividevano le loro passioni e stringendo legami indissolubili attorno all'amore per Goku e le arti marziali. Un legame che ha resistito al tempo, accompagnandoli nella loro crescita fino all'età adulta, dove ancora oggi Dragon Ball rappresenta un punto di riferimento comune.

La popolarità di Dragon Ball in Messico va ben oltre la semplice fruizione dell'anime o del manga. Ha dato vita a una vivace e appassionata comunità di fan che si riunisce per celebrare il loro amore per la serie, organizzando eventi dedicati come il celebre "Son Goku Day" (9 maggio), una festività dedicata al protagonista. La data scelta non è casuale: "Go" e "Ku", le due sillabe che compongono il nome "Goku", sono omofone di "Go" (cinque) e "Kyu" (nove) in giapponese, indicando rispettivamente il quinto e il nono mese dell'anno.

Convenzioni, eventi cosplay e raduni di fan si svolgono regolarmente in diverse città del Messico, offrendo ai fan l'opportunità di incontrarsi, condividere passioni e divertirsi insieme.

Dragon Quest

Oltre al manga, Akira Toriyama ha lasciato un'impronta indelebile anche nel mondo dei videogiochi con la serie "Dragon Quest".

Nata dalla collaborazione tra il designer di videogiochi Yuji Horii, lo studio di animazione Bird Studio di Toriyama e il compositore Koichi Sugiyama, la serie è stata pubblicata da Enix (oggi Square Enix) sin dal suo debutto nel 1986. Da allora, i diritti d'autore sono stati detenuti congiuntamente dai creatori.

Con undici titoli principali e numerosi spin-off all'attivo, Dragon Quest ha conquistato un posto di rilievo nel panorama videoludico, influenzando in modo significativo lo sviluppo del genere RPG. La serie ha abbracciato diverse piattaforme, dai computer alle console, passando anche su dispositivi mobile

Negli Stati Uniti, i primi titoli della serie sono stati pubblicati con il nome "Dragon Warrior" per evitare conflitti con un gioco di ruolo da tavolo omonimo. Il marchio Dragon Quest è stato ufficialmente registrato per il mercato americano solo nel 2002.

Il decesso

Il 1 marzo 2024, Toriyama morì a causa di un ematoma subdurale, all'età di 68 anni. Un funerale si tenne privatamente con solo la sua famiglia presente.

La sua morte fu annunciata dalla sua casa di produzione, Bird Studio, una settimana dopo, l'8 marzo. Secondo fonti vicine a Toriyama, aveva pianificato di sottoporsi a un intervento chirurgico per un tumore cerebrale nel febbraio 2024. La notizia della sua morte ha suscitato un'ondata di dolore tra gli ammiratori delle sue opere, che hanno usato i social media per esprimere le loro condoglianze e celebrare il suo lascito.

Omaggi all'artista sono stati tributati dal creatore di One Piece, Eiichiro Oda,  di Naruto, Masashi Kishimoto, di Video Girl Ai, Masakazu Katsura, dal game designer Yuji Horii (che ha lavorato con Toriyama su Dragon Quest e Chrono Trigger) e molti altri. A Tokyo, i fan hanno pubblicamente pianto mentre visitavano una statua a grandezza naturale del protagonista di Dragon Ball, Goku, situata fuori dalla sede della Bandai.

Se volete leggere molti dei tributi che sono stati fatti all'autore, potete consultare il nostro articolo dedicato.

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