Uno dei giochi più attesi del 2024 è "Dragon's Dogma 2", il sequel dell'amato gioco di ruolo action sviluppato da Capcom. Cionostante, il rilascio è stato infangato dalle enormi polemiche scatenate dai giocatori. Cosa succede?
Cari utenti, l'attesa per il sequel di un videogioco amato è sempre carica di emozione e speranza. Nel caso di "Dragon's Dogma 2", la comunità dei giocatori è in fermento, desiderosa di immergersi ancora una volta in un mondo ricco di avventure e misteri. Tuttavia, dietro il velo di entusiasmo, ci sono anche delle questioni importanti che meritano attenzione.
Ritorno all'Avventura Epica
Il predecessore di "Dragon's Dogma 2" ha ricevuto recensioni positive sia dalla critica che dai giocatori, grazie alla sua vasta mappa open-world, al sistema di combattimento coinvolgente e alla varietà di creature mitiche. Questo ha creato una solida base di fan che stavano aspettando con ansia l'uscita del sequel.
Con "Dragon's Dogma 2", i giocatori speravano di ritrovarsi immersi in un mondo fantasy ancora più vasto, con nuovi personaggi e una trama avvincente.
L'Incantesimo delle Microtransazioni
Un dei problemi che ha dato fastidio ai giocatori riguardo Dragon's Dogma 2 è il fatto delle microtransazioni. Difatti sembrerebbe che la gente stia prendendo il gioco per due ore solamente per avere il rimborso, lasciando recenzioni pessime su Steam dichiarando il gioco come "pay to win". Il titolo è passato da avere una valutazione "media" in "molto negativo". Ma vediamo meglio perché i player si sono accaniti così tanto sul gioco.
Come prima cosa la maggior parte delle polemiche sono scaturite a causa dei cristalli. Ovvero c'è la possibilità di comprare un grosso cristallo chiamato Port Crystal che una volta posizionato sulla mappa rende possibile raggiungere quel punto in maniera rapida. Il problema è che questi cristalli non si possono acquistare e sono rarissimi da trovare considerando il fatto che vengono dati come ricompensa dopo una missione finale.
Altro fatto riguarda la possibilità di cambiare skin o aspetto al proprio personaggio solamente acquistando un oggetto, che viene percepita come un modo per resettare il nostro personaggio, un problema legato anche alla scelta di offrire un singolo salvataggio.
È come se si stesse usando denaro reale per ottenere un vantaggio nel gioco, quasi come se si stesse barando. È davvero sgradevole pagare per queste scorciatoie, ma purtroppo è diventato comune in molti giochi di oggi. È ridicolo poi quando si parla di "pagare per vincere", specialmente in un gioco come Dragon's Dogma 2, che non è così impegnativo. Acquistare più teletrasporti o pedine più forti grazie ai punti della faglia sembra rendere il gioco ancora più facile in modo ingiustificato. E il fatto che i punti della faglia e le pedine sovra-livellate siano così facili da ottenere e relativamente poco costose rende ancora più difficile capire il senso di vendere questi vantaggi separatamente dalla software house.
Un altro fattore scatenante è proprio Capcom. Capcom ha consolidato la sua reputazione come uno dei publisher più rispettati nell'industria dei videogiochi, grazie alla costante produzione di titoli di alta qualità. Ogni nuovo gioco della casa è atteso con grande interesse dalla community dei videogiocatori, e Dragon's Dogma 2 non fa eccezione. Nonostante possa presentare alcune imperfezioni, rimane comunque un titolo di spicco nel panorama videoludico.
Tuttavia, quando sei al vertice come Capcom, anche il più piccolo errore può avere conseguenze rilevanti. La casa giapponese, sebbene sia rinomata per l'eccellenza nella creazione di videogiochi, ha avuto i suoi trascorsi burrascosi, specialmente quando si tratta di scelte gestionali discutibili. Ricordi del passato, come la vendita dei finali di alcuni giochi come DLC, rischiano di proiettare un'ombra su qualunque nuova iniziativa.
Inoltre, la comunicazione non sempre impeccabile della compagnia non aiuta a dissipare le preoccupazioni della community. Dichiarazioni apparentemente contraddittorie sulle microtransazioni da parte del team di sviluppo e del CEO possono confondere e alimentare il dissenso tra i fan. Mentre alcuni membri del team sottolineano l'importanza dell'esplorazione e minimizzano l'uso del fast travel, l'azienda sembra insistere sulla necessità di introdurre store in-game per coprire i costi di sviluppo e generare maggiori profitti.
In un'industria già critica nei confronti delle microtransazioni e delle pratiche commerciali discutibili, un titolo come Dragon's Dogma 2 diventa immediatamente oggetto di attenzione e critiche. Le barriere linguistiche e la mentalità aziendale possono esacerbare ulteriormente la situazione, alimentando il malcontento online e minando la reputazione della casa giapponese anche se, in effetti, il gioco in sé potrebbe non essere così danneggiato da queste pratiche.