Esce domani su Netflix il film in live action Zom 100: Bucket List of the Dead, tratto dall’omonimo manga da cui recentemente è uscito l’adattamento anime.
Dal Giappone, patria indiscussa del lavoro, arriva una commedia in chiave Horror che mette in luce tutte le contraddizioni della società moderna (principalmente giapponese): orari di lavoro interminabili, abusi di potere da parte dei superiori e paghe irrisorie per la quantità di lavoro.
Trama
Akira Tendo (24 anni), impiegato da tre anni in un’azienda schiavista, guardando un film sull’apocalisse zombie borbotta tra sé e sé: “Paragonato al posto in cui lavoro, quello è il paradiso”. Una mattina, però, scopre il portiere del palazzo intento a divorare un’inquilina e trova la città infestata dagli zombi. Inseguito e messo alle strette dai morti viventi, però, quello che Akira prova non è proprio terrore ma piuttosto un senso di liberazione, sentimento inusuale per un’opera su un apocalisse zombie. Zom 100: Bucket List of the Dead capovolge lo schema classico della narrazione sugli zombie che tanto ha fatto la fortuna di Hollywood, mostrandoci un personaggio che al contrario di essere terrorizzato dall’apocalisse in cui si è ritrova, realizza di poter essere libero da lavoro e dalla società che lo opprime potendo finalmente inseguire i propri sogni. Da qui il protagonista deciderà di scrivere una lista con 100 cose da fare prima di diventare un morto vivente, che lo porteranno a conoscere altri sopravvissuti come lui in una spirale di azione e divertimento.
Netflix non si è fatta sfuggire un’opera che già con il manga, uscito nel 2018 (e ancora in corso) edito in Italia da J-pop, ha avuto un enorme successo in patria da cui in questi giorni, su Crunchyroll è disponibile la versione animata. Un successo che ha portato il servizio di streaming a realizzare un film live-action disponibile sul catalogo della grande N dal 3 agosto.
Dichiarazioni
Aso Haro, creatore del manga, non è la prima volta che adatta una sua opera in live-action, ricordiamo infatti che è lo stesso autore del manga Alice in Borderland, da cui è stata tratta una serie (anch’essa disponibile su Netflix) arrivata alla seconda stagione.
In un’intervista rilasciata a Variety a gennaio, il mangaka ha dichiarato:
Da quando ero bambino preferivo i film americani a quelli domestici. Quindi, quando ho iniziato a produrre le mie cose, è stato in qualche modo facile per me incorporare quel tipo di elementi.
Nella stessa intervista spiega le motivazioni che lo hanno portato a creare un’opera per certi versi contro corrente con la concezione del successo a tutti i costi che pervade la società orientale e occidentale:
Ci sono molti zombie qui (in Giappone)
Riguardo la satira verso un tipo di narrazione sugli zombie trita e ritrita commenta:
Volevo fare qualcosa che non era mai stato fatto prima, provare un approccio diverso. Sto bene se la gente lo vede ridicolo. Ma c’è anche un messaggio: fai quello che vuoi fare, il più pienamente possibile.