Un padre violento, un fratello indifferente e una madre che sopporta qualsiasi sopruso. Trasparente di Jun Ogino ci presenta tutto ciò con un fare semplice, ma ricco di significato.
Queste recensione NON contiene spoiler e vi invitiamo a vedere la nostra recensione breve
Trama
Aya Kinomiya, una ragazza costretta a convivere con il dolore di non poter avere una vita normale, a causa di una famiglia sull’orlo del tracollo. I giorni passano ma la terribile situazione famigliare non cambia mai, fino a quando Aya scopre di avere la possibilità di usare a suo piacimento il potere soprannaturale dell’invisibilità. A causa di questo strano avvenimento e della rabbia che nutre nei confronti del padre, Aya finisce per prendere una drastica decisione, mettendo fine a un ciclo di odio immotivato e senza fine.
Una vita alla ricerca di un proprio equilibrio
In questo manga la narrazione si sofferma molto sui momenti introspettivi del protagonista, cercandoli di alternare con altrettanti conviviali, con lo scopo di arrivare verso la seconda metà della storia a un punto di equilibrio tra i due. Stiamo parlando infatti di un racconto abbastanza biografico oltre che drammatico, nel quale troviamo raffigurati non solo le conseguenze date dalle azioni di Aya, ma anche i suoi pensieri e riflessioni a riguardo di ciò che sta provando in quel momento. La lettura può quindi sembrare, in primo luogo, avere un ritmo lento e pesante, che tende a contesti sempre più cupi e bui; tuttavia, accanto a questi c’è la volontà dell’autore di andare verso una direzione che offre nuovi scenari, spesso più positivi, attraverso vari accadimenti che cercano di spezzarne la monotonia. Tutto questo, senza però rinunciare agli spezzoni raffiguranti i tormenti di una protagonista che è sempre in procinto di ritornare sui suoi passi, a una condizione iniziale dalle prospettive future nulle. Una storia che vuole mostrare al lettore ogni sfumatura di una vita in bilico tra la “rottura definitiva” e un “possibile risanamento spirituale”.
Essere invisibile non è una scusa per commettere azioni controverse
Contrariamente da quanto ci si può aspettare, l’artificio del potere dell’invisibilità non è utilizzato dall’autore per proporre situazioni troppo stereotipate. Viene visto invece come una conseguenza di un forte stress che attanaglia Aya fino a farla cadere in periodi di profonda depressione e apatia. Nell’opera, essere invisibile non è un inaspettato divertimento in grado di farti uscire dai canoni della realtà, ma è una manifestazione visiva del desiderio disperato di poter esprimere il proprio dolore, nel momento in cui si ritiene impossibile affrontarlo insieme all’aiuto di altri che ti stanno vicino. Nella storia Aya utilizzerà sicuramente questo potere per commettere un’azione che la farà stare egoisticamente meglio; tuttavia, la vedremo spesso utilizzarlo con il pretesto di voler pensare a come scomparire da un mondo che non le sembra offrire alcuna possibilità di salvezza. L’impatto piscologico che la famiglia ha avuto su di Aya è praticamente tale da alterarle la visione di una realtà molto meno pessimistica di quanto sembri.
Inoltre, questo artificio non comporta visioni di scene osé, perché l’autore ha reso possibile immaginare un potere in grado di far diventare invisibile tutto ciò che viene sollevato e indossato da Aya. Se pensate quindi di vedere quello che nella realtà l’essere invisibile dovrebbe irrimediabilmente comportare, mi sa che allora ne resterete delusi. Ciononostante, è comunque interessante notare il bel realizzato connubio tra immagini e parole durante la spiegazione di questo potere, rendendolo un espediente ben elaborato, nonostante “Trasparente” sia una storia abbastanza breve. Nel manga c’è però un capitolo extra (il 22.5) che raffigura esplicitamente una scena di sesso; tuttavia, è uno scorcio narrativo separato dalla direzione principale, facendoci comprendere che l’opera fino alla fine non ha interesse e motivo di voler sessualizzare i suoi personaggi. Certo le copertine dei volumi potrebbero comunicare tutt’altro rispetto ciò che ho appena affermato, ma non è affatto così.
Le immagini possono valere più delle parole
Nel manga il dramma si riflette molto di più nelle immagini che nelle parole dette. Anche se spesso la protagonista si espone al lettore attraverso il monologo interiore, in realtà le sue emozioni traspaiono dalla potenza espressiva delle inquadrature. Ci sono certe scene davvero incisive, mostrate magistralmente, accompagnate da varie sequenze di espressioni facciali, volutamente esagerate, che da sole possono tranquillamente bastare. E anche quando la paura rende apatici e riluttanti a mostrare ed accettare i sentimenti altrui, c’è sempre qualcosa che Ogino riesce a mostrare, in grado di far capire al lettore perlomeno l’intensità di ciò che sta accadendo; un talento osservabile alla fine sia in Aya che nella maggior parte degli altri personaggi. Una potenza espressiva accompagnata da un design stranamente semplice, che però si sposa bene con l’uso fortemente tratteggiato delle ombre, che in un certo senso sembrano avvolgere nelle tenebre un mondo che appare tranquillo e luminoso. Un’opera quindi che cerca l’equilibrio persino nell’estetica, che sa mantenersi moderata ed efficace allo stesso tempo.
Tuttavia, questo non vuol dire che non si poteva fare di più. Anche se abbiamo una narrazione lineare con un obiettivo ben definito, la storia poteva essere ampliata. Certe volte ha un ritmo troppo veloce in situazioni che necessitano magari di più spiegazioni, oppure di un maggior numero di eventi. In altri casi, invece sono gli altri personaggi ad avere poco spazio (tipo la famiglia), ad avere poca enfasi, tranne nei momenti strettamente necessari al proseguimento della trama. Sembra quasi come se tutti loro dovessero contribuire al miglioramento della condizione di Aya, senza però avere una propria personale realizzazione. Dei miglioramenti dal punto di vista della trama si potevano quindi fare, anche se la narrazione si mostra comunque sempre interessante ed incalzante fino alla conclusione della storia.
Conclusioni
Chi si accingerà alla lettura di “Trasparente” troverà davanti a sé un complesso quadro comportamentale di una ragazza messa frequentemente alla prova dagli avvenimenti esterni e dalle sue risposte emotive. Poter fare questo viaggio introspettivo insieme a lei, è un ottimo modo per poter affrontare i momenti di depressione e trovare ciò che davvero ci fa stare meglio per lenire e mettere da parte i nostri dolori. Quello di Jun Ogino è quindi uno psicologico di breve durata che merita senza alcun dubbio di trovare un posto nel vostro scaffale.
Il manga è edito da JPOP, che ringraziamo per avercelo inviato in anteprima, sarà disponibile in tutte le fumetterie e store online dal 23 Settembre in un elegante box al prezzo di 24,70 euro. Nei mesi successivi saranno anche rilasciati i volumi singoli.