13 sono gli anni che abbiamo aspettato per vedere questo film, ma ne è valsa la pena? Senza stare troppo a girarci in torno la risposta è senza dubbio SI.
Ci sono 3 campi che andrebbero analizzati sicuramente per capire come mai questo film sia un piccolo gioiello dell’animazione giapponese.
Tratto dalla partita finale tra lo Shohoku e il Sannoh (volumi finale del manga Slam Dunk), il film a differenza del fumetto decide di dare una lettura diversa, una lettura decisamente più matura e probabilmente più simile all’idea che aveva inizialmente Takehiko Inoue, che veste in questo caso i panni di regista e sceneggiatore.
Il primo campo degno di nota è la sceneggiatura e di conseguenza la storia; anche senza stare a scomodare eventi di trama che vi lascio scoprire al cinema, possiamo vedere come le vicende cambiano focus a differenza del fumetto e si concentrano di più su Ryota Miyagi scoprendo così il suo background.
Il tutto si alterna perfettamente tra momenti delicati, intimi in cui scopriamo di più sulle motivazioni dei personaggi e ciò che li ha condotti fino a lì e soprattutto una partita che riporta la mente ai migliori match degli all stars game in NBA.
La partita è frenetica, intensa e intrisa di quel sacrificio tipico delle storie giapponesi, così come i flashback che ripercorrono vicende amare ma con quella moralità magari spiccia ma estremamente funzionale.
In sostanza è un compendio di tutto ciò che ci dovrebbe essere in un ottima storia di sport.
Il secondo campo che andrebbe analizzato è l’animazione, se con la sceneggiatura sapevo già di andare sul sicuro conoscendo l’enorme talento di Inoue, avevo molte riserve sul lato tecnico che dai primi trailer pareva intriso di una pessima CGI.
Mi sono dovuto ricredere perché l’animazione di questo film è una gioia per gli occhi, riesce a trasporre le incredibili tavole del manga usando un misto di animazione 3D e 2D che permette non solo di dare tridimensionalità ai movimenti, i salti, i tiri e tutto ciò che ne consegue ma anche degli ottimi dettagli dei personaggi e dei primi piani.
La partita ha un tasso tecnico altissimo tramite il cel-shading riesce a farti immergere nel vivo dell’azione; nota di merito per i dettagli legati alla sudorazione e per chi ha letto il manga capirà l’importante di queste piccolezze.
Il terzo campo è legato alla musica e di conseguenza la colonna sonora , un grazie speciale a Takebe e Mitamura.
Non mi dilungo oltre su questo punto perché non si può esprimere bene a parole ma quando vedrete il film vi accorgerete che ogni azione ogni movimento o anche solo ogni dialogo è accompagnato da una musica che non potrebbe essere usata in nessun altro contesto se non in quello e quando arriva questo pensiero direi che la colonna sonora ha svolto il suo compito al meglio.
Per tirare le fila, è un film di cuore, fortemente voluto dall’autore e si nota in ogni suo dettaglio, davvero un opera ben riuscita che può appassionare non solo gli amanti del fumetto, non solo gli amanti del mondo anime ma anche solo chi vuole vedere un bel film sullo sport.
Alla fine dobbiamo tutti fare “il primo passo” fatelo anche voi e andate a vedere “The first Slam Dunk”.
Personaggi: 8.5
Animazione: 9
Adattamento: 8
Narrativa: 8.5