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Masao Murayama: in futuro gli anime cinesi supereranno quelli giapponesi

root • 12 Maggio 2023

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Il fenomeno degli anime giapponesi, anzi la vera e propria cultura che è nata attorno al Sol Levante, rischia di essere superato dalla crescente concorrenza cinese, questo è quello che afferma il peso massimo del settore Masao Maruyama.


Maruyama teme che il Giappone stia perdendo il suo vantaggio competitivo.


In Giappone, le persone non vengono più formate nell’animazione. L’unica ragione per cui la Cina non ha ancora raggiunto il Giappone è a causa di una serie di restrizioni imposte alla libera espressione. … Se ciò cambiasse e venisse data libertà agli animatori e creatori, il Giappone verrebbe superato in poco tempo.

Masao Murayama, founder di MAPPA, MadHouse e M2

Vi lasciamo degli esempi di animazione cinese e vi consigliamo anche di leggere i nuovi anime cinesi annunciati negli scorsi giorni:

Murayama: Lo shogun dell’ombra del mondo anime

Maruyama non disegna o dirige, ma ha un’influenza che pochi nel settore degli anime giapponesi possono eguagliare, a causa della vastità dei ruoli dietro le quinte che ha ricoperto, dal fondatore a reclutatore. L’ottantunenne riconosce che la sua carriera è al crepuscolo e Maruyama è tutt’altro che ottimista mentre si prepara a lasciare un’industria che ha contribuito a plasmare.


Teme che il Giappone sia così concentrato sulla produzione di generi redditizi, come quelli che vedono protagonisti personaggi femminili “kawaii” (carini), e che i suoi anime “non brillino necessariamente” più delle produzioni Disney americane o delle opere d’arte francese in termini di creatività.

In poche parole, come afferma anche Mamoru Oshii, in questa intervista, l’animazione giapponese è diventata prettamente commerciale e abusa dell’erotismo e della violenza per guadagnare sempre di più, limitando esponenzialmente la creatività.


Avverte che i successi occasionali di questo approccio prolifico abbiano distolto il Giappone dal favorire i talenti della prossima generazione, mentre la Cina investe in modo aggressivo in giovani animatori.


Maruyama è la forza trainante dietro alcuni dei registi di anime più acclamati del Giappone, supervisionando tre studi di animazione lungo la strada.
È stata in parte la volontà di mantenere vive le opere di Tezuka a convincere Maruyama ad iniziare il suo attuale progetto, “Pluto“, adattando un manga impregnato di temi come la guerra e la discriminazione che sono particolarmente rilevanti oggi. Maruyama non si scusa per la sua visione di essere “l’erede più autentico del DNA di Tezuka“: dalla sua ignoranza spensierata dei budget a un’etica del lavoro compromettente che dice sfiorare “l’egoismo“.


Come Tezuka, “cambio idea continuamente, dicendo qualcosa di completamente diverso da quello che ho detto il giorno prima”, dice Maruyama ridendo.

Ma creare opere è tutta una questione di sfidare se stessi a fare qualcosa di nuovo, indipendentemente da ciò che hai detto o fatto in passato. Questo ti rende egoista in un certo senso, ed è un tratto che ho ereditato nella sua forma più pura.

Masao Murayama, founder di MAPPA, MadHouse e M2


Maruyama ha contribuito a portare alla vita centinaia di spettacoli e film anime nella sua carriera di quasi 60 anni, tra cui “Ashita no Joe“, il criticamente acclamato “Ninja Scroll” e il premiato “In This Corner of the World“. È soddisfatto di essere un attore secondario rispetto ai registi ed è noto per occuparsi di tutto, dalla presentazione di progetti, alla raccolta di fondi, alla selezione di animatori.


Il suo profondo coinvolgimento nelle produzioni gli ha valso la reputazione di “shogun dell’ombra“, ma alla fine ha cominciato a emergere.
La sua strategia era quella di utilizzare le sue credenziali per promuovere e garantire la visibilità di registi che riteneva meritevoli, afferma il ricercatore di storia dell’animazione Masahiro Haraguchi.


Da Mamoru Hosoda (“The Girl Who Leapt Through Time”) a Satoshi Kon (“Perfect Blue”) e Sunao Katabuchi (“In This Corner of the World”), molti dei migliori registi di anime giapponesi hanno visto la loro carriera decollare dopo aver lavorato con Maruyama.


“Il potere magico di Maruyama era quello di unirsi a questi registi e causarne la trasformazione“, dice Haraguchi.
Maruyama, d’altra parte, scherza dicendo che tutto ciò che fa è “cucinare e pulire i bagni”.
“Non ho alcuna abilità speciale”, dice. “Non guido i registi, ma li seguo e seguo il loro talento”.


L’etica lavorativa di Maruyama è leggendaria ed è evidente nei nomi dei suoi tre studi Madhouse, MAPPA e M2, che dice cominciare tutti con la lettera “M” per una ragione. “Significa che sono masochista“, dice, sorridendo ampiamente. “Più il progetto è impegnativo, doloroso e complesso, più sono motivato“.


Maruyama dice di essere determinato a rimanere attivo: “finché il mio corpo e la mia mente lo permettono”. Ma ciò non significa che sia insensibile alla sua mortalità.


Ha organizzato un funerale in vita appariscente per sé stesso l’anno scorso, dipingendo il viso di bianco per apparire come un fantasma.
“In quel momento ho pensato: “Beh, ho avuto una buona vita‘”.

FONTE: Japan Times

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