Il primo episodio di Elusive Samurai ci ha mostrato una scena estremamente violenta, rappresentando uno degli eventi storici più terribili del Giappone: la disfatta immediata del clan Hojo.
Tuttavia, questo evento viene presentato senza molte spiegazioni, quindi è opportuno fare un buon preambolo sui fatti accaduti precedentemente.
Per comprendere meglio l'anime, è importante ricordare la fine della guerra Genpei nel 1185, che segnò l'ascesa del clan Minamoto a discapito del clan Taira. Tra le molteplici battaglie combattute, quella di Dan-no-Ura fu decisiva. In questo scontro navale, la flotta di Minamoto no Yoritomo e del frattelo Yoshitsune, affrontò quella di Taira no Munemori. Nonostante la superiorità numerica dei Minamoto, le navi Taira, meglio costruite, stavano ottenendo la vittoria. Tuttavia, un improvviso cambio di direzione del vento e il tradimento del comandante Taira, Taguchi Shigeyoshi, permisero ai Minamoto di prevalere. Molti Taira si gettarono in mare, compreso l’imperatore Antoku, mentre gli altri vennero catturati nel tentativo di suicidarsi. Alla fine, Taira no Munemori, il figlio e quelli che rimanevano della sua famiglia furono giustiziati. Fu la fine della stirpe principale dei Taira.
Dopo questa battaglia i Minamoto acquisirono molto potere, fino a quando Minamoto no Yoritomo ricevette il titolo di shogun, instituendo il primo bafuku (governo militare) della storia. Ma da questa guerra ne trasse beneficio un altro clan, quello degli Hojo. Hojo Tokimasa, un alleato strategico dei Minamoto, svolse un ruolo determinante nel rafforzare il potere di Yoritomo durante la guerra. Tokimasa, grazie alle sue abilità politiche e diplomatiche, riuscì a ottenere il sostegno di molti signori della guerra per la causa dei Minamoto. In riconoscimento del suo prezioso contributo, Tokimasa fu nominato shikken, cioè reggente dello shogunato, carica che rese il suo clan molto potente negli anni a seguire.
In questo periodo si instaurò una struttura di governo caratterizzata dalla presenza di un imperatore (a Kyoto), uno shogun (a Kamakura) e un reggente (shikken), che fungeva da consigliere per lo shogun. Nel 1199, Minamoto no Yoritomo morì improvvisamente, lasciando la carica di shogun al figlio, ancora troppo giovane per gestire autonomamente il governo. Gli Hojo approfittarono di questa debolezza per ridurre l’influenza dei Minamoto e controllare lo shogun, che divenne una semplice marionetta nelle loro mani. Tuttavia, il potere degli Hojo non passò inosservato all'imperatore in pensione Go Toba, che decise di attuare una ribellione per rendere il potere dell’imperatore unico e indipendente, alleandosi con i clan nemici dei Minamoto e degli Hojo. Conosciuta anche come guerra Jokyu (1221), lo shogunato ebbe la meglio sulla ribellione, Go Toba fu esiliato e al suo posto venne inserito il nipote.
Successivamente, l'Imperatore Go-Daigo organizzò segretamente una nuova ribellione, approfittando delle tensioni interne allo shogunato Kamakura, gravemente indebolito dalle pesanti perdite economiche dovute alle invasioni mongole del 1274 e del 1281. Questo portò alla guerra civile conosciuta come la Ribellione di Genkō. La prima insurrezione del 1331 fallì a causa del tradimento di un fidato consigliere, costringendo Go-Daigo a rifugiarsi in un monastero con le insegne imperiali prima di essere catturato ed esiliato alle isole Oki. Nel frattempo, il giovane imperatore Kōgon fu incoronato come figura simbolica, destinato a rappresentare una facciata di stabilità per un governo ormai instabile.
Nonostante la cattura, Go-Daigo riuscì a mantenere i contatti con il figlio Morinaga e altri leali sostenitori. Nel 1333, riuscì a fuggire dalle isole Oki con l'aiuto dei suoi alleati. Sostenuto dai potenti clan samurai guidati da Kusunoki Masashige e Nitta Yoshisada, Go-Daigo avviò quindi la seconda fase della ribellione, che culminò con la sconfitta delle forze dello shogunato Kamakura.
Nel maggio del 1333, la città di Kamakura subì una devastazione terribile ad opera delle forze del generale Nitta Yoshisada. Sotto assedio e pressati, i membri del clan Hōjō, ormai ridotti a una situazione disperata, scelsero la morte piuttosto che la cattura: almeno 700 di loro si suicidarono. La città fu devastata da incendi e saccheggi, e molti civili perirono a causa delle atrocità commesse da mercenari e samurai.
Nel frattempo, Ashikaga Takauji, un ex alleato del clan Hōjō, tradì i suoi ex padroni e si alleò con l'Imperatore Go-Daigo. Questa alleanza fu decisiva nella sconfitta delle forze della corte imperiale a Kyoto. La battaglia risultò in una vittoria per Go-Daigo, che riuscì così a rivendicare il trono e a instaurare un governo riformato, noto come la Restaurazione Kenmu.
Da questo punto in poi, l'anime sviluppa la sua trama presentandoci un personaggio storico un po’ dimenticato, Hōjō Tokiyuki, figlio del capo clan Hōjō Takatoki. Durante l'assedio di Kamakura e il suicidio collettivo del suo clan, il giovane Tokiyuki, a soli 11-12 anni, riuscì a fuggire trovando rifugio nella vicina provincia di Shinano. Qui incontrò alcuni sostenitori degli Hōjō, tra cui Suwa Yorishige, che si offrirono di aiutarlo a riprendere il controllo delle sue terre. La sua battaglia lo portò ad affrontare e sconfiggere Tadayoshi Ashikaga, fratello di Takauji Ashikaga, riprendendo temporaneamente Kamakura, per poi doverla cedere nuovamente al nemico dopo essere stato sconfitto da Takauji stesso. Una ribellione che verrà ricordata ai posteri come la ribellione di Nakasendai.
Hojo Tokiyuki è un personaggio che ha lottato con determinazione per far risorgere il suo clan, sfidando il destino avverso. Invece di seguire i propri cari nella tomba, ha scelto la fuga come strumento di resistenza. Tuttavia, il fato non gli è stato favorevole e, alla fine, lo shogunato Ashikaga ha avuto la meglio. Le sue vicende rappresentano una fonte di grande ispirazione per tutti gli appassionati di storia giapponese!