Ultimamente lo stato della produzione di Jujutsu Kaisen presso lo studio MAPPA è diventato un argomento di quotidiana discussione, ma è un caso raro o la normalità?
All’interno delle produzioni anime è sfortunatamente normale avere questa frenesia, sfruttamento ed incertezza di riuscire a realizzare un episodio nei tempi previsti.
PREMESSE:
Questo articolo ha lo scopo di dare delle risponde alle classiche domande riguardo alla produzione di un anime, quindi non troverete particolari approfondimenti. Inoltre, si parlerà di MAPPA e del caos che si è generato intorno a questo studio.
Perché tutto questo?
Negli ultimi decenni, soprattutto post periodo COVID, la richiesta di prodotti animati è aumentata esponenzialmente portando un grande incremento nel numero di produzioni (siamo passati da circa 100 ad oltre 200 anime trasmessi annualmente dal 2015 ad oggi).
Come molti di voi avranno notato, in questi anni stanno arrivando sequel di vecchi anime e tantissimi adattamenti di light novel sostanzialmente tutti uguali.
I motivi sono semplici: si punta a tutto ciò che può portare il massimo guadagno al minor costo e tempo.
Questo concetto si applica anche alla realizzazione in sé dell’anime; infatti, seppur il budget di una produzione sia rimasto potenzialmente lo stesso, i tempi a disposizione per realizzarlo si sono drasticamente ridotti in modo da poter sfruttare al meglio quella finestra temporale per produrre più anime contemporaneamente.
Di conseguenza, condensare il doppio dei progetti nella stessa quantità di tempo, aumenta il ritmo del lavoro per tutti, in particolare per gli animatori
La pre-produzione di un anime
La pre-produzione è il momento dove nasce l’idea e si pianifica come deve essere realizzato un anime, che sia originale o un adattamento.
È in questa fase dove si forma il comitato di produzione (unione di diverse aziende con lo scopo di finanziare il progetto), viene deciso il budget, quanta storia deve essere adattata e come, il numero di episodi, lo staff e lo studio, se non è già presente nel comitato (è raro che uno studio di animazione faccia parte di un comitato ed è ancora più raro che finanzi la maggior parte di una produzione).
Qui si decide sostanzialmente la qualità di una serie, sia dal punto di vista tecnico che narrativo. Ovviamente, la qualità si può definire solo a prodotto finito, ma già dagli inizi della produzione è possibile analizzare diversi fattori che influenzeranno la creazione dell’anime positivamente o negativamente.
A prescindere dallo staff e dallo studio che può esserci dietro (possono essere i migliori in assoluto) se vengono stabiliti dei limiti assurdi, come ad esempio: poco budget disponibile per la produzione, poco tempo, necessità di adattare grandissimi pezzi di storia in pochi episodi ecc…, si produrrà un risultato mediocre sotto diversi aspetti.
Lo studio di animazione
Ma, anche con una pre-produzione perfetta, se lo staff cardine e lo studio non sono competenti, il risultato sarà ugualmente pietoso (questo caso è il più difficile che accada).
Questo dovrebbe farvi capire che la buona o cattiva riuscita di un anime non dipende da un solo fattore, ma da molteplici legati fra loro e spesso non dipendono dallo studio in sé.
Parlando in maniera più precisa degli studi di animazione e della produzione, è necessario parlare dell’outsourcing e dei freelancer. Ormai, all’interno della produzione di un anime, è praticamente impossibile trovare dello staff proveniente solo dallo studio incaricato delle animazioni.
Generalmente i membri cardine dello staff sono perlopiù interni, ma non necessariamente; invece, gli animatori sono per la maggior parte freelancer, ovvero non sono legati allo studio da contratti a lunga scadenza, ma solo per piccole porzioni di lavoro: da pochi episodi a una serie intera (La figura del freelancer è sempre incerta è non segue dei canoni standard, ma i tipi di contratto possono variare da persona a persona e da lavoro a lavoro).
L’outsourcing è anche importantissimo nella situazione attuale dell’industria, dove la forza lavoro necessaria per realizzare in tempo un episodio di un anime non è più sufficiente ed è quindi necessario chiedere a studi terzi di occuparsi di parte della produzione delle animazioni (in-between, 2nd Key animation ecc…), non solo giapponesi (avrete tutti letto almeno una volta nei titoli di coda Dr. Movie).
Si narra anche che alcuni animatori vengano pescati a caso da X (Twitter), chissà se è vero…
In ogni caso, uno staff vario porta ad avere persone che si approcciano in maniera diversa al lavoro e questo è il motivo per il quale gli animatori di Jujutsu Kaisen parlano così tanto di quello che succede all’interno della produzione (anche se ormai è diventato un meme).
Anche se “solitamente” firmano dei contratti di non divulgazione delle informazioni; lo stress e le condizioni ai limiti del legale in cui lavorano, inevitabilmente li porta a dire qualcosa di troppo sui social per vendicarsi o in qualche modo trovare uno sfogo.
Gli animatori non sono schiavi, hanno i loro diritti, ma se non consegnano il materiale nel tempo previsto non vengono pagati e nel peggiore dei casi licenziati o costretti a pagare i danni arrecati alla produzione.
Le lamentele derivano proprio da questo “tempo previsto”, che spesso è veramente breve e rende difficilissimo completare il proprio lavoro mantenendo certi standard.
Questo problema è sfortunatamente radicato nella cultura giapponese del lavoro e noi occidentali non possiamo fare praticamente nulla a riguardo. Gli animatori continueranno ad essere sovraccaricati di lavoro; anche se si ribellassero, non otterrebbero probabilmente nulla se non il collasso di un’industria (forse è un pensiero troppo estremo).
I produttori
In tutto questo grande insieme di persone ci deve essere necessariamente qualcuno che si occupa di gestire il personale, ed è su di lui che gravano la maggior parte delle responsabilità. Quando prima parlavo di come le cause della riuscita di un anime fossero collegate, alludevo alla possibilità che si generino effetti valanga, dove un problema da una parte della produzione può inevitabilmente fare crollare tutto.
Per il produttore, la serie è come un figlio da accudire e crescere in maniera sana(non succede quasi mai). Ma ovviamente non è solo, ci sono diversi produttori che si occupano di diversi aspetti, come il produttore delle animazioni, che ha il ruolo di assicurarsi che i vari genga, douga e qualunque altro pezzo che serve per creare l’animazione venga realizzato nel modo corretto e nei tempi previsti. Si occupa anche di stipulare i contratti con i vari animatori freelancer, o con gli studi di subappalto se richiesto (nel 2023 servono sempre studi esterni a cui commissionare lavoro), e di gestire i rapporti.
NB: Questa è una descrizione sommaria della situazione freelancer-outsourcing, in realtà ci sono dinamiche più complesse.
Con la situazione attuale dell’industria, questo è diventato un ruolo cruciale, dove una cattiva organizzazione porta ad un collasso generale della produzione e ad eventuali ritardi.
E lo studio MAPPA?
Probabilmente molti avranno già capito dove voglio andare a parare, lo scandalo che sta coinvolgendo MAPPA non è un vero scandalo, è la normalità delle produzione anime (in realtà è un problema diffuso in qualunque produzione animata, vedi Spiderman Across the Spiderverse), ma questo non lo scagiona da altre colpe.
Il CEO Manabu Otsuka è colui a cui possiamo veramente dare la colpa.
Infatti, al di sopra di ogni produttore, c’è sempre una amministrazione del responsabile dello studio, Otsuka stesso, che pur sapendo la mole di lavoro che lo studio aveva: Attack on Titan, Chainsaw Man ed altro, ha ugualmente deciso di concordare con il rilascio della seconda stagione di Jujutsu Kaisen in estate.
Per essere più precisi, la programmazione della seconda stagione era già stata decisa a fronte della conclusione della prima, ancora prima del film prequel, ma la brama di soldi di Otsuka lo ha portato ad iniziare una nuova produzione, ovvero quella di Chainsaw Man. Ma il bello non finisce qui, poiché il comitato di produzione di CSM è più unico che raro, dato che è formato unicamente dallo studio MAPPA.
Questo gli permette di massimizzare il profitto, ma perdere anche tutti quei vantaggi organizzativi nel collaborare con altre aziende.
Il risultato? Un caos totale.
Dato che lo staff di Jujutsu Kaisen è quasi lo stesso di Chainsaw Man, è stato costretto a suddividere le forze portando ai risultati che abbiamo visto.
Le parole di Enrico Nobili
Prendendo come riferimento questo post fatto sulla nostra pagina Instagram, dove riportiamo 1:1 quello che ha detto Enrico Nobili, animatore italiano che ha lavorato a Jujutsu Kasien, reputiamo che sia il caso di contestualizzare quello che c’è scritto (anche se avremmo dovuto farlo prima)
[…] Quello che vediamo a schermo è il 30% della produzione prevista […]
Quel numero è con molta probabilità un’esagerazione fatta con lo scopo di marcare ancora di più la malasanità della produzione dell’anime.
Non sappiamo effettivamente quali fossero i piani di MAPPA per quell’episodio, ma è probabile che siano stati fatti dei tagli rispetto al progetto iniziale in modo da poter rientrare nei tempi previsti senza dover fare dei ritardi. Ma definire un episodio completo al 30% non è poca cosa (considerando che adesso è un meme, ha perso tutto di significato).
Vorrei ricordare che consegnare un episodio in ritardo, rispetto a quanto pattuito con gli enti di trasmissione, comporta il pagamento di una sanzione. La quantità di soldi e i dettagli variano da contratto a contratto. Quindi, gli studi preferiscono generalmente consegnare un episodio non perfetto o incompleto piuttosto che rimandarlo.
Conclusione
Per riassumere, la buona o cattiva riuscita di un anime non dipende da una sola persona o gruppo di persone, ma è l’insieme di diversi fattori che, se gestiti male, portano ad un effetto valanga che inficia su tutta la produzione.
Jujutsu Kaisen non è un caso isolato, la maggior parte degli anime soffre dello stesso problema legato alla sua produzione. Ricordiamo che ci sono stati anche casi ben peggiori (Zom 100, Misfit of the Demon King, Nier Automata)
Quello che sentiamo su internet, riguardo alla produzione di un anime, deve essere preso come un indicatore dello stato è non come fonte attendibile. Solo i canali ufficiali ed i membri cardine dello staff possono essere presi come fonti sicure.
Piccola nota: esistono anche produzioni calme e serene, dove tutti gli episodi sono completi già prima della messa in onda, ma sono poche come i manga shojo in Italia.
FONTE: Sakurablog