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Le varie censure nei Manga: da My Hero Academia a Megaman

root • 26 Maggio 2023

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È da ormai una trentina d’anni che i manga si stanno sempre più radicando nella cultura occidentale. Ma quando un prodotto proviene dall’estero, in questo caso dal Giappone, prima di essere distribuito, deve essere analizzato per controllare che rispetti le linee guida nel paese di importazione. Non sempre tutto viene passato in sordina, quindi in questo articolo vi diamo alcuni esempi di censura attuata sulle opere giapponesi.

POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA CENSURA

Nel corso degli anni il fumetto giapponese è stato spesso additato per il suo contenuto esplicito di violenza ed erotismo, quasi penalizzato dalle prime impressioni che si ha su quest’ultima, al di fuori della madrepatria del Giappone, ma in generale possiamo scindere la censura in 4 gruppi:

MY HERO ACADEMIA VS. CINA

Un esempio per motivi politici può essere quello di “My Hero Academia” in Cina, uno dei manga di maggior successo degli ultimi 10 anni. Con l’uscita del capitolo 259 del manga, Kohei Horikoshi svela il vero nome del dottore che fino a quel momento era conosciuto come Daruma Ujiko. Il nome in questione è Maruto Shiga, e sarà il motivo di censura, e addirittura divieto di distribuzione, di tutto ciò che riguarda My Hero Academia.

Il nome Maruta veniva solitamente usato durante la seconda guerra mondiale per riferirsi ai crudeli esperimenti che i giapponesi compivano sulla popolazione cinese. Il mangaka non diede questo nome per caso, difatti il dottore era solito fare esperimenti su cavie umane. La censura potrebbe rivelarsi autoimposta, infatti Horikoshi ha rivelato che in futuro il nome del personaggio verrà modificato. Poche sillabe non possono rovinare il successo mediatico di una delle opere di punta di Shonen Jump.

POKÉMON TROPPO EROTICO PER GLI AMERICANI

Correva l’anno 1998, in America viene importato uno dei primi manga del franchise dei Pokémon: “Pokémon – The Electric Tale of Pikachu”. La quale storia riprende in parte gli eventi della prima serie animata. Il mangaka che lavorò alla trasposizione fu Toshihiro Oro, che in precedenza aveva lavorato a parecchi hentai. Queste esperienze portarono all’aggiunta di un “pizzico” di erotismo che agli americani non piacque affatto, tanto da censurare le parti più erotiche.

ANCHE IL GIAPPONE NON È DA MENO

La censura del manga non avviene solo durante l’esportazione, infatti se il prodotto non rispetta le linee guida giapponesi può essere censurato direttamente in patria. È questo il caso di “Gen di Hiroshima”, che venne proibito in alcune scuole per eccessiva violenza e per l’uso continuo di termini dispregiativi rivolti verso i poveri. L’opera si concentra sulla seconda guerra mondiale e l’impatto e gli effetti della bomba nucleare sul paese del Sol Levante.

LA BLASFEMIA NON RESTA IMPUNITA

Nel 2014 la trasposizione manga della famosa serie animata degli anni sessanta “Ultraman”, trasposta da Eiichi Shimuzue e Tomohiro Shimoguchi raggiunse la Malesia, che lo censurò per motivi religiosi. Il personaggio infatti veniva paragonato ad Allah, il quale veniva continuamente nominato invano. Per le autorità malay fu ovvio censurare immediatamente l’opera

MIDORI: IL MANGA È BANNATO?

Abbiamo approfondito il caso dell’anime di Midori – La ragazza delle Camelie su YouTube, un caso suo e molto raro che ha sconvolto il Giappone ed è bannato in tutto il mondo, anche in madrepatria, ma il manga?

Il manga è legale a differenza dell’anime, ma anche qua non mancano ovvie censure di parti troppo spinte o disturbanti, ma sicuramente la più censurata è quella dove la protagonista con la scarpa colpisce la testa di un cucciolo martoriato fracassandogli il cranio.

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