È uscita da qualche giorno la nuova trasposizione del fumetto di Brian O’Malley per la piattaforma di Netflix, Scott Pilgrim Takes Off. Avrà rispettato le aspettative dei fan?
Prima di partire con l’effettiva disamina della serie animata, ci tengo a precisare che utilizzerò il termine anime durante la recensione. Questa scelta è stata adottata per pura comodità nella scrittura e nella lettura di quest’articolo. Con ciò non intendo espormi in nessuna fascia di pensiero, che decide di affibbiare il termine “anime” a una produzione o a un’altra in base ai propri criteri di giudizio. Non mi piace dare definizioni, se non proprio per questioni di mera comodità comunicativa.
Chiusa questa parentesi, prima di fare questa analisi ho preferito sentire il sentimento recepito da chi ha visto la serie. Ho potuto notare come “Scott Pilgrim Takes Off” abbia diviso molto il pubblico: da una parte chi ha percepito l’essenza presente anche nel fumetto e dall’altra chi ha visto l’anime come uno stravolgimento totale e spiacevole.
Andando nel merito, io penso che la verità sia nel mezzo. È sicuramente una serie piacevole ma non priva di difetti, che sono riusciti a stravolgermi la visione che avevo dell’intera opera. Adesso ci tengo a spiegarvi perché per me “Scott Pilgrim Takes Off” è stata una grande occasione mancata.
L’incredibile lavoro di Science Saru, ma non solo!
Parliamo delle note positive di “Scott Pilgrim Takes Off”, legate principalmente alla sua realizzazione tecnica.
Lo studio Science Saru negli anni ci ha portato grandi gemme dell’animazione come “Keep your Hands off Eizouken!“, “Ping Pong the Animation” e DEVILMAN crybaby, quindi le aspettative da questo punto di vista erano alte. Prospettive assurde, incredibili movimenti dell’inquadratura e una cura in generale dell’animazione sono aspetti che infatti non mancano all’interno di questo progetto. Capita di incontrare degli elementi o degli sfondi 3D, ma non risultano quasi mai troppo fastidiosi.
In ogni caso non si può che rimanere meravigliati davanti a certe sequenze di combattimento, anche all’ottima regia di Abel Góngora, storico animatore dello studio. Il cambio di formati e di tipologie di movimenti di macchina rendono la serie varia dal punto di vista registico, riuscendo spesso a passare da un episodio a un altro in un diverso mondo cinematografico. In effetti la serie cerca di essere un grande omaggio al cinema, quindi anche alla prima trasposizione in movimento di Scott (Scott Pilgrim vs. The World).
L’uso dei colori è di grande impatto e la soluzione utilizzata per i passaggi di fuochi è qualcosa di molto peculiare. Ciò che probabilmente mi ha colpito è la resa delle luci e dei flare, dove vengono semplificati a delle figure geometriche simili a esagoni, per non appesantire troppo l’aspetto animato della pellicola ma renderla al tempo stesso un’immagine più cinematografica.
Il cast vocale ha svolto un ottimo lavoro caratterizzando bene i personaggi della serie, pure quelli terziari o di sfondo. Non solo gli attori in lingua inglese sono riusciti in questa ardua impresa, ma persino quelli giapponesi e quelli nostrani. Un’ulteriore scelta nell’adattamento ha fatto forza sulle voci scelte per la serie (che sono anche quelle del film), ovvero quella di tradurre e far cantare i brani nella lingua del doppiaggio scelto.
Un cambio di storia efficace ma dal finale deludente
L’aspetto più discusso dell’anime è il cambio drastico che è stato adottato alla storia che i fan avevano amato. Quando il primo episodio finisce, lo spettatore rimane colpito dalla svolta che gli eventi prenderanno da lì in poi. L’idea quindi di mantenere tutto abbastanza fedele ha reso questo cambiamento di maggior impatto.
Dal secondo episodio in poi si scardinano quasi tutte le posizioni di potere e d’importanza narrativa all’interno del mondo di Scott Pilgrim. Ramona prende il ruolo di protagonista in una giallo dove deve affrontare in combattimento o verbalmente i propri ex.
Questo cambio di prospettiva funziona e interessa tantissimo il fan di lunga data, andando ad approfondire il legame di Ramona con i 7 malvagi ex e non solo. Si mostra anche parte della backstory tra Kim Pine e Scott, assenza che si era fatta sentire nel film.
La ricerca del colpevole del caso continua e si arriva alla sua risoluzione nel sesto episodio, dove tutto inizia lentamente a crollare. La risoluzione in sé risulta poco soddisfacente, dato che risulta quella più ovvia per lo spettatore: viene presentato un elemento che torna frequentemente in ogni episodio, di cui noi sappiamo già però la provenienza (presentata proprio all’inizio del caso).
Quando però questa soluzione del caso poteva portare a un finale in cui si poteva approfondire una netta strada, l’anime decide di ricorrere a una soluzione narrativa molto abusata e difficile da scrivere. Di per sé la scelta non sarebbe di partenza da criticare: nell’immaginario di Scott può avvenire di tutto.
Il problema è che le dinamiche principali della serie, ovvero l’amore Scott e Ramona e il loro rapporto nel futuro, vengono troppo semplificate non lasciando spazio a un approfondimento, che invece sarebbe stato necessario per comprendere le motivazioni dei personaggi.
È un vero peccato, dato che la serie intrattiene molto e poteva offrire un netto capovolgimento di tutti i ruoli, fatto che non avviene purtroppo. Alcuni dei personaggi secondari, come Envy e Knives, invece non hanno alcuna evoluzione oppure compiono azioni che esula dalla loro caratterizzazione dello stesso anime.
L’ultima puntata poi può essere di difficile comprensione per certi passaggi molto surreali che avvengono già nel finale molto rapido, per non dire quasi troppo.
Discostandosi dalla struttura, viene mantenuto lo humor tipico della graphic novel e del film. È pieno di citazioni divertenti a tutti i media con qui la serie di Scott Pilgrim come videogiochi, fumetti e film. L’apice della comicità dell’anime si raggiunge probabilmente con le battute meta-cinematografiche e legate al mondo dello spettacolo. Anche i punti più bassi della serie sono pieni di battute alle quali si ride senza problemi.
Nel complesso, “Scott Pilgrim Takes Off” è un prodotto consigliato ai fan già del fumetto o del film, dato che è considerabile un “What If” della storia originale. È sicuramente uno spettacolo per gli occhi, ma suscita qualche dubbio sul lato della scrittura.
E voi? Avete visto “Scott Pilgrim Takes Off”? Cosa ne pensate di questa serie animata?
Fateci sapere cosa ne pensate!
Se siete interessati anche alla recensione del film di Edgar Wright, Scott Pilgrim vs. The World, la potete trovare cliccando qui!